EFFETTO COVID

Cultura, il virus presenta il conto: 100 milioni di perdite in sei mesi

È il prezzo dei mancati incassi per cinema, teatro e spettacoli dal vivo, cui si somma il giro d'affari dell'indotto. Tante le iniziative annullate, per una ripresa piena bisognerà ancora attendere. I dati dell'Osservatorio del Piemonte

Si stimano in circa 50 milioni di euro i mancati incassi dei tre grandi comparti dell’offerta culturale in Piemonte (musei, cinema e spettacoli dal vivo), per effetto delle misure di contenimento dell’epidemia varate dal Governo. Ma se l’esame si estende anche alle perdite indirette e si tiene conto dell’indotto che ruota attorno a questo settore allora si può stimare un’emorragia del giro d’affari pari al doppio di quella cifra.

I musei perdono tra i 19 e i 20 milioni, su cui incide particolarmente Torino (14 milioni) rispetto al resto della regione (6 milioni). Nello spettacolo dal vivo la perdita è attorno ai 17,5 milioni (1,5 milioni da servizi non effettuati come laboratori, didattica, affitti, service a manifestazioni e i restanti 16 milioni da mancati incassi da biglietteria; da ripartirsi in una quota attorno al 75 per cento per il capoluogo e i rimanenti 4 milioni per il territorio regionale).  Nel cinema la perdita secca è stimata in circa 13,5 milioni, suddivisibili in circa 5,5 milioni per Torino e 8 per il resto del territorio regionale. In questo conteggio, come accennato, non rientrano i contratti per forniture esterne che musei e organizzazioni di spettacolo dal vivo hanno interrotto verso le cooperative, le imprese di pulizie, i servizi didattici, tutte risorse che vengono a mancare all'insieme del comparto culturale e al suo indotto.

Vanno aggiunti al conteggio anche gli operatori e le imprese che si occupano della produzione di attività culturali, dagli eventi all’organizzazione di mostre, alla valorizzazione dei beni culturali e del comparto che viene compreso nel termine imprese culturali e creative. Considerando anche questo “indotto”, il computo delle perdite si estende ed emerge con evidenza come nel primo semestre si possa considerare già superata la soglia dei 100 milioni di euro. Sono i dati forniti dall’Osservatorio culturale del Piemonte.

Per mitigare gli effetti di queste perdite il Governo ha esteso nel tempo gli ammortizzatori sociali, tenendo conto dei tanti lavoratori atipici di questo settore (partite iva, Co.co.co, titolari di contratti intermittenti) che si stima possano raggiungere le 300mila unità a livello nazionale. Se all’inizio solo il 10% di loro aveva accesso a forme di sussidi, la copertura ha poi raggiunto il 44%.

Per contro c’è stato chi ha saputo e potuto adattare la propria offerta come ad esempio le biblioteche: qui la stima di 220mila prestiti mancati è stata attenuata dal potenziamento dei servizi digitali presenti già prima del lockdown e offerti attraverso la piattaforma di Mlol: nei sistemi bibliotecari piemontesi in cui è attivo il servizio gli accessi nei mesi da marzo a giugno sono raddoppiati, tanto che nel primo semestre del 2020 sono stati quasi raggiunti gli accessi di tutto il 2019. Simile la crescita dei prestiti di e-book che nel 2019 sono stati circa 62mila e nei primi 5 mesi del 2020 poco meno di 52 mila. Le consultazioni dei quotidiani e delle riviste in tutto il 2019 sono state di 1,3 milioni mentre alla fine di maggio 2020 erano poco meno di 1,1 milioni.

“Pensare a un pubblico più che dimezzato, non significa un automatismo nel chiedere più soldi allo Stato per ripianare le perdite, indipendentemente dalla natura dell’organizzazione, ma implica trovare un altro modello di sostenibilità, economica, sociale e culturale e ripensare completamente la propria missione – afferma Luca Dal Pozzolo, direttore dell’Osservatorio culturale del Piemonte –. Un’offerta culturale costretta entro dimensioni di pubblico ridotte al limite dell’elitario, deve necessariamente pensare a un diverso modo di diffondere la propria produzione culturale, se vuole mantenere margini di legittimazione sociale per la propria spesa e per la quota di parte pubblica”.

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