Il governo degli inganni

Il ritornello di queste ultime settimane riguardava le varie forme di finanziamento da parte dell’Unione Europea con il Movimento 5 Stelle schierato apertamente contro il Mes, che secondo i grillini avrebbe delle condizionalità tali da mortificare l’indipendenza del governo italiano. Ognuno può pensare ciò che vuole, ma è evidente che quando si va con il cappello in mano a chiedere dei soldi non si può certo pretendere di dettare le condizioni. Non si è mai visto che chi chiede un prestito non debba dar conto al creditore. Quando si va in banca a chiedere un mutuo si devono rispettare certe condizioni come quella di avere un reddito certo, mettere un’ipoteca sull’immobile, fare un’assicurazione, ecc. Insomma bisogna rispettare delle condizioni e nessuno fa dei regali. La pretesa del governo italiano di avere dei soldi per poi farne ciò che vuole senza dar conto a nessuno è veramente fuori luogo.

Le risorse del Mes erano destinate a investimenti nel settore sanitario ed erano pari a 36 miliardi ad un tasso molto basso e senza particolari vincoli, costituendo una novità rispetto ai meccanismi sui cui è basato. Si è deciso che questo prestito non era vantaggioso e si è fatta propaganda dicendo che l’Italia si sarebbe messa in mano alla cosiddetta Troika. Facciamo notare che 36 miliardi è l’ordine di grandezza di una finanziaria italiana e non credo che lo stato italiano avrebbe difficoltà a reperire tale somma sui mercati e a restituirli sottraendosi ad eventuali condizioni stringenti.

Notato ciò, tutta la propaganda politica si concentrava sul fatto di ottenere risorse dall’Unione Europea senza condizionalità. Dopo giorni di trattative si è giunti ad un accordo sui cosiddetti Recovery fund che ha messo in moto una cifra di 750 miliardi di cui una parte sarà distribuita a fondo perduto e una parte sottoforma di prestito a tassi vantaggiosi. Di questi fondi l’Italia ne beneficerà di ben 209 miliardi. La macchina propagandista del governo ha sbandierato questo come una grande vittoria del grande Presidente Conte. Una cifra davvero importante: ma è davvero tutto oro quel che luccica? Esaminiamo i dettagli. Di questi 209 miliardi 82 miliardi sarebbero a fondo perduto e 127 di prestiti. Ma questi soldi da dove arrivano? Semplicemente dai paesi membri. I 27 paesi europei facenti parte dell’Unione devo mettere mano al portafoglio e mettere insieme questi fondi che poi saranno distribuiti e ovviamente anche l’Italia dovrà contribuire alla cassa comune: secondo una stima l’Italia dovrà metterci una cifra fra 45 e 55 miliardi, pertanto il guadagno netto per l’Italia oscillerà fra i 27 e 37 miliardi circa. Le cifre diventano più piccole quando si incominciano a fare i conti e non è finita. I soldi non potranno arrivare prima del 2021 e i titoli che verranno emessi per raccogliere i fondi saranno divisi in tre tranche nel 2021, 2022 e 2023. Ovviamente i soldi si possono distribuire solo dopo averli recuperati, pertanto le risorse all’Italia non arriveranno subito. Questo spiega perché molti erano favorevoli al Mes che avrebbe garantito soldi subito per quanti vincolati alla spesa sanitaria, che comunque serve all’Italia.

Ma non è tutto e qui si raggiunge l’assurdità più assoluta: i Recovery fund sono condizionati alle riforme dei paesi che li richiedono! Non si voleva il Mes per paura di possibili controlli e con i Recovery fund si accetta con serenità di sottoporre un piano di riforme all’esame della Commissione Europea e alla successiva approvazione del Consiglio dell’Unione formata dai rappresentati dei 27 paesi dell’Unione. Per il Mes si aveva il dubbio di qualche condizionalità, mentre per il Recovery fund si è accettato che a decidere le sorti dell’Italia siano gli altri paesi europei. Bel risultato! La propaganda governativa ha spacciato questo risultato come un grande successo. Siamo proprio al gioco delle tre carte. L’Olanda che è stata dipinta come la cattiva del caso chiedeva che la decisione di approvare i piani di riforme con relativi fondi fosse presa all’unanimità, mentre ora sarà presa a maggioranza qualificata. Sostanzialmente saranno Francia e Germania a decidere se dare soldi all’Italia. Questa è la sostanza dell’accordo. Aggiungiamo che ottenere risorse senza condizionalità era veramente sciocco pensarlo e ingannevole propagandarlo. Chissà che i vincoli europei non costringano l’Italia a quelle riforme necessarie verso una maggiore libertà economica e il miglioramento del bilancio statale.

Rimane l’evidenza di una propaganda mirante ad esaltare risultati che non esistono nella realtà.

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