Narcotizzavano e rapinavano anziani, due arresti

Prendevano di mira gli anziani, li ingannavano spacciandosi per membri delle forze dell'ordine o di società erogatrici di servizi, e arrivavano a stordire le vittime con gas al peperoncino per derubarle dei risparmi e di altri oggetti di valore: a mettere a segno i colpi, tra Emilia e Piemonte, due persone identificate dopo indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Reggio Emilia e arrestate nel corso di un'operazione scattata oggi all'alba nel Torinese, anche in collaborazione coi colleghi piemontesi. I truffatori inducevano gli anziani a prendere denaro e oro convincendoli che per acqua contaminata o perdite di gas dovessero metterli al sicuro, "in frigorifero". Una vittima reggiana è stata privata anche della fede nuziale della defunta moglie. Nel corso delle attività i carabinieri hanno recuperato refurtiva per un valore di oltre 50mila euro. Tra il materiale sequestrato l'auto per i colpi con targhe clonate, attrezzi da scasso, pettorine con la scritta "polizia locale" e perfino disturbatori di frequenze per cellulari, per impedire agli anziani di chiedere aiuto, e un apparato radio sintonizzato sulle frequenze di Polizia e Carabinieri. Le truffe oggetto delle indagini, tre, sono state compiute a Reggio Emilia a novembre 2019 ma secondo gli inquirenti potrebbero essere la punta di un iceberg di una condotta più ampia. A derubare gli anziani due fratelli torinesi di 42 e 46 anni, entrambi residenti a Ciriè, in provincia di Torino. Nei loro confronti la Procura reggiana ha richiesto e ottenuto dal Tribunale di Reggio Emilia un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita oggi. I due sono accusati di concorso in rapina aggravata e furto in abitazione aggravato ai danni di tre anziani reggiani. Ad incastrarli anche il Dna che i carabinieri del Ris di Parma hanno rilevato nei guanti sequestrati dai carabinieri di Quattro Castella. Le indagini sono scattate il 22 novembre quando i due truffatori, in fuga in auto, sono stati intercettati dai carabinieri alle porte di Reggio Emilia diretti verso Quattro Castella. Dopo un inseguimento per circa cinque chilometri i due avevano abbandonato l'auto e fuggirono a piedi. I guanti sono stati trovati nel materiale lasciato nell'auto e grazie alle analisi del Dna i due fratelli sono stati identificati. 

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