POLITICA & SANITA'

Direttori Asl, scontro nella Lega

Dopo ventiquattr'ore di fuoco si trova la quadratura del cerchio: a Vercelli silurata la Serpieri, arriverà il commissario Zulian. Braccio di ferro tra Tiramani e l'assessore Icardi. La mediazione di Cirio e Molinari. Alla To4 ratificata la nomina di Vercellino

A guidare, in qualità di commissario, l’Asl To4 sarà, come peraltro annunciato nei giorni scorsi dallo Spiffero, l’attuale direttore amministrativo dell’azienda sanitaria di Alessandria Luigi Vercellino. Nonostante i tentativi e le richieste di una parte dei sindaci del Chivassese per una soluzione diversa poco dopo mezzogiorno la giunta regionale ha ufficializzato la nomina, fortemente voluta e sostenuta dal parlamentare della Lega Alessandro Giglio Vigna, non a caso il primo insieme al suo uomo in Consiglio regionale, il vicepresidente della commissione Sanità Andrea Cane, a plaudire la scelta e in maniera non troppo nascosta, pure a rivendicarla.

Nella giunta di oggi si è trovata anche la quadratura del cerchio sulla assai più complicata questione dell’attuale direttore generale dell’Asl Vercelli, Chiara Serpieri. La manager la cui testa è stata ripetutamente chiesta dal parlamentare leghista e sindaco di Borgosesia Paolo Tiramani e la cui gestione dell’azienda è stata bocciata dalla maggioranza dei sindaci continuerà a svolgere il suo ruolo, ma al vertice dell’Asl Biella, occupando il posto attualmente affidato al commissario Diego Poggio. Il “trasferimento” concordato di Serpieri che guiderà l’azienda biellese per i prossimi mesi fino alla scadenza in primavera del mandato di tutti gli attuali direttori sarà formalizzato nella prossima giunta quando sarà nominato commissario a Vercelli l’attuale direttore sanitario Gianfranco Zulian, altra figura molto gradita alla Lega e dallo scorso luglio direttore sanitario.

Raccontata così in poche righe, la conclusione della vicenda Serpieri può apparire semplice, invece non lo è stata affatto. La sintesi, arrivata con una mediazione politica del presidente Alberto Cirio e del segretario piemontese del Carroccio Riccardo Molinari, è stata preceduta da un volare di compassi, righelli e matite a un centimetro dagli occhi. Ore frenetiche e convulse quelle che per tutta la giornata di ieri e fino a tarda sera, nel (poi mica tanto) nascosto intreccio di telefonate e messaggi hanno visto salire la temperatura a livello di guardia sia all’interno del partito di maggioranza, sia nelle stanze dei bottoni di corso Regina Margherita, quartier generale dell'assessorato alla Sanità.

Tutto incomincia a ruotare e subito a incepparsi attorno alla necessità, peraltro più volte ribadita dallo stesso assessore Luigi Icardi, di superare “l’incompatibilità ambientale” della manager a capo dell’Asl vercellese, senza tuttavia avere lo strumento giuridico per darle il benservito. I conti dell’azienda non sono messi peggio di quelli di altri e il recupero della metà del buco del 2018 ottenuto l’anno successivo non avrebbero consentito la risoluzione del contratto. Con queste premesse deve incominciare a muoversi Icardi che nel suo partito ha il parlamentare che non accetta scuse e rinvii e come una tricoteuse aspetta sotto la ghigliottina la testa di Serpieri. Quando sente odore di un procrastinarsi della decisione, Tiramani va su tutte le furie. Cerca, invano, al telefono Icardi, affronta pur se a distanza a muso durissimo il direttore regionale Fabio Aimar, scuotendolo dalla vacanza.

Il deputato-sindaco alza tiro e toni, mostrando come questa sua battaglia ne nasconda una più importante e potenzialmente esplosiva all’interno del partito. Con un assessore che sta cercando la soluzione per spostare la manager senza andare dritto verso contenziosi e grane anche finanziare, c’è un parlamentare suo compagno di partito che non vuol sentire ragioni e che crede, non forse del tutto a torto, di avere una forte sponda proprio del governatore. Il gioco si fa pericoloso e pure rischioso, tralasciando (si fa per dire) il fatto che in ballo c’è la governance di aziende sanitarie reduci dall’emergenza Coronavirus e con all’orizzonte una non improbabile seconda ondata. Ma qui, la questione, è tutta e solo politica, correntizia si direbbe se la Lega non negasse da sempre di averle le correnti e i gruppi di potere. Qualcuno sospetta che Cirio, in questa vicenda, ci metta del suo, accenda qualche cerino e si piazzi alla finestra per vedere gli incendi sul Carroccio salviniano, quasi non si trattasse della materia più importante della Regione che egli guida.

Passano le ore, assodato che bisogna trovare in fretta una sistemazione di egual rango per Serpieri, su un foglio compaiono tre nomi: Alessandria, Asti e Biella. In una di queste aziende, tutte commissariate, deve trovare sia pure per pochi mesi posto la manager invisa alla Lega. Le antenne della politica, ma anche di chi ha importanti interessi nel mondo della sanità, si drizzano come orecchie di lepre. Immaginare un trasloco nella provincia del segretario regionale, nonché capogruppo alla Camera, a molti sembra davvero troppo. E, in effetti, non succederà. Potrebbe rinviarsi tutto di qualche settimana, tempo di ragionare con più calma, ma Tiramani minaccia sfracelli se dalla giunta non avrà soddisfazione. Icardi, dal canto suo, non può far passare l’immagine di sé come dell’assessore telecomandato, sia pure da un parlamentare del suo partito che, in piena furia, invia un messaggio durissimo al braccio destro operativo dello stesso Icardi. Nella Lega parlare di fibrillazione è un eufemismo: chat che ribollono, telefoni che squillano a vuoto, altri che sembrano avere inserito il vivavoce tanto alti sono i toni.

Finalmente, si fa per dire, dopo un mezzogiorno di fuoco arriva la quadratura con l’incarico “in continuità” per la Serpieri a Biella, blindato da ogni possibile strascico dal fatto che la manager aveva inserito quell’azienda nella rosa delle tre preferite all’atto del colloquio che aveva preceduto l’assegnazione a Vercelli. Trovata la soluzione al problema della direzione dell’Asl, tutto ciò che l’ha preceduta ne evidenzia uno ancora più grande e grave – quel clima che pervade il principale azionista del centrodestra e un governo della situazione al vertice della Regione che non appare così deciso e puntale – tutt’altro che rassicurante con l’approssimarsi dell’autunno e il rischio concreto di una nuova emergenza. 

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