Tav: maxi processo, procura generale chiede conferma condanne

E' ripreso oggi al Palagiustizia Bruno Caccia di Torino l'appello bis del maxi processo ai No Tav. La Procura generale, rappresentata dai procuratori Nicoletta Quaglino e Carlo Pellicano, ha chiesto la conferma delle condanne emesse il 17 novembre 2016, nei confronti di 27 attivisti del movimento, con pene che variano da 6 mesi fino ai 4 anni, per un totale di 140 anni di reclusione. Sono 35 gli imputati per gli scontri avvenuti in valle di Susa nel 2011. Era stata la Cassazione nell'aprile del 2018 ad annullare la precedente sentenza d'appello e a ordinare un nuovo passaggio in aula. Due le giornate al vaglio dei giudici. La prima è quella del 27 giugno, quando la polizia sgomberò il grande presidio allestito dai No Tav alla Maddalena di Chiomonte, località in cui oggi sorge il cantiere della Torino-Lione. La seconda è quella del 3 luglio, quando numerosi attivisti, nel corso di una manifestazione di protesta, attaccarono le recinzioni. Per decisione della Suprema Corte, i giudici d'Appello dovranno affrontare una serie di questioni, tra cui la congruità della pena inflitta a 7 imputati e, per i fatti del 3 luglio, l'eventuale sussistenza di una reazione ad "atti arbitrari" delle forze dell'ordine da parte dei No Tav coinvolti.

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