BILANCI SOTTO LA LENTE

La Corte dei Conti promuove la Regione, ma restano delle "zone d'ombra"

Parificato il rendiconto dell'esercizio 2019. Il disavanzo è in progressivo miglioramento però è necessario indirizzare l'indebitamento non a spese correnti ma agli investimenti. Criticità su Finpiemonte e utilizzo dei fondi europei ed edilizia sanitaria

Fondi europei, investimenti, FinPiemonte, grattacielo. Da qui derivano le principali criticità della Regione secondo la Corte dei Conti che si è espressa oggi sulla parifica del Rendiconto 2019. La buona notizia è che prosegue “la linea di rigore avviata negli anni scorsi migliorando ancora il proprio disavanzo, che si è attestato sui 6,228 miliardi riducendosi di oltre 300 milioni. Ma è necessario invertire la tendenza sugli investimenti, indirizzandovi l’indebitamento, anziché destinarlo alle spese correnti. Il debito cattivo è quello improduttivo, che sarà pagato dalle future generazioni” sono state le parole della presidente della Sezione regionale di controllo Maria Teresa Polito, nell’introduzione all’udienza di parifica, cui erano presenti il governatore Alberto Cirio e gli assessori a Bilancio e Sanità Andrea Tronzano e Luigi Icardi. Buone notizie anche sul fronte del debito che si attesta sui 5 miliardi con un risultato positivo per oltre 274 milioni e in miglioramento rispetto agli anni precedenti. Nel corso del 2019 le entrate complessive sono di 13,6 miliardi e le spese ammontano ad oltre 13,7 miliardi. Il risultato di cassa si attesta a circa 161 milioni di euro. La principale voce di spesa è riferita al settore sanitario, è pari a circa 8,8 miliardi e incide per oltre il 70 per cento sulla spesa totale”.

A stilare la pagella sono intervenuti in udienza, dopo la relazione della presidente Polito, i consiglieri referendari Laura Alesiani, Marco Mormando e Luigi Gili. A seguito della requisitoria del procuratore Quirino Lorelli è arrivata la sentenza con la promozione. “Sotto il profilo degli investimenti – ha osservato Polito – la situazione non è particolarmente soddisfacente: la spesa per investimenti si è attestata intorno al 3,4% e nella sanità non ha raggiunto l’1%. Abbiamo invece l'obbligo di costruire vere prospettive di lavoro e non solo assicurare sussidi temporanei”. Pare che l’ordinaria amministrazione assorba tempo e risorse che in parte più consistenti dovrebbero confluire nella programmazione e realizzazione di opere pubbliche in grado di migliorare i servizi per i cittadini, a partire dall’edilizia sanitaria, dove sono stati evidenziati rallentamenti quando non addirittura vere e proprie fasi di stallo, su una serie di grandi opere strategiche, dal Parco della Salute di Torino al superospedale di Novara, passando per quello dell’Asl To5. Dalla relazione stilata dai magistrati contabili, emerge che la maggior parte della spesa sanitaria è di natura corrente, con gli investimenti che si attestano a circa l’1,8% dell’intera spesa regionale.

Polito si è soffermata sull’uso che la Regione ha fatto dei fondi europei, relativi alla programmazione 2014-2020, “anche in vista – ha sottolineato – dei fondi che l’Europa, a seguito della pandemia da Covid-19, metterà a disposizione con il Recovery Fund” . “Mentre la spesa sul Fse (Fondo sociale europeo ndr) è particolarmente soddisfacente, superiore al 50 per cento, e in tale ambito il Piemonte è la prima regione italiana – ha detto – molto deludente è invece la performance del Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale ndr), dove maggiormente si collocano i progetti di sviluppo, ambito nel quale la spesa non supera il 27 per cento”. La presidente Polito ha sottolineato in particolare alcune “zone d’ombra”, come sul fronte dell’agenda digitale, dove il progetto della banda ultra larga vede 4 milioni spesi su 44, non più del 10 per cento. “Va evitato – ha rimarcato – che le risorse europee siano spese in mille rivoli. L’auspicio è che la governance della Regione, imprimendo un radicale cambiamento di rotta rispetto all’attuale programmazione sia in grado di trovare soluzioni che favoriscano processi di sviluppo per la popolazione, con riflessi positivi per l'intero Paese”.

Anche sulla finanziaria della Regione, scossa in passato da una bufera giudiziaria, i giudici contabili manifestano alcune riserve. In particolare “destano perplessità la gestione del rischio di credito e la gestione della liquidità”. “In ordine al primo aspetto – aggiungono i magistrati – è stato rilevato un meccanismo gestionale poco lineare e opaco nella misura in cui vi è una commistione nella gestione di risorse finanziarie che sembra sfuggire ad una loro corretta e trasparente rappresentazione nei bilanci dei soggetti giuridici coinvolti, dal momento che i crediti derivanti dall'erogazione delle agevolazioni sembrano essere gestiti per flussi, senza emergere nel bilancio della Regione al momento del loro sorgere, sebbene l’Ente rimanga proprietario delle risorse finanziarie fino all'erogazione del beneficio e ne sopporti ogni rischio connesso alla mancata restituzione”. E, aggiunge la Corte dei Conti, “pur non ravvisando motivi per ritenere che tale gestione possa gravare sugli equilibri del bilancio regionale, determinando impropri ampliamenti della capacità di spesa, non si può sottacere come la stessa ponga dubbi sulla trasparenza delle operazioni poste in essere che, dal punto di vista contabile, appaiono sfuggire ad una puntuale e analitica rendicontazione, rimessa verosimilmente alla documentazione extracontabile intercorrente fra la Regione e Finpiemonte per cui, per la tardiva e limitata riconciliazione, l’entità complessiva dei crediti è fuori controllo con il rischio che si perdano le tracce di ingenti risorse di cui la Regione è creditrice”. E ancora: “Tale rilevante criticità è dimostrata dall’accumulo di crediti deteriorati per un importo di circa 121 milioni di euro riconducibili a più di 3.800 posizioni relative alle agevolazioni concesse e non restituite e che adesso Finpiemonte non è in grado di recuperare, tanto da dover ricorrere al mercato per poterli cedere. Detta situazione fa emergere con netta evidenza l’esigenza di operare con immediatezza una significativa rivalutazione delle modalità di gestione di tali risorse finanziarie, adottando migliori standard organizzativi”. La Corte osserva infine che “da tale condizione di diffusa opacità e inefficienza, peraltro, dovrebbe scaturire, per un verso, l’adozione di adeguate misure riorganizzative volte ad assicurare anche una regolazione contabile più trasparente e lineare dei crediti derivanti dalle erogazioni delle agevolazioni concesse dalla Regione per il tramite di Finpiemonte e, per altro verso, l'attuazione di più efficaci e tempestivi controlli al fine di accertare un miglioramento nella gestione che possa evitare il reiterarsi di un eccessivo accumulo di crediti deteriorati, con conseguente dispersione di ingenti risorse pubbliche”.

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