Cantieri fermi, Governo latitante
Stefano Rizzi 07:30 Giovedì 24 Settembre 2020La Regione presenta alla ministra De Micheli il lungo elenco di opere finanziate ma bloccate: Asti-Cuneo, Variante di Demonte, Pedemontana. E chiederà spiegazioni sulla mancata nomina del commissario Tav. Gabusi: "Situazioni che gridano vendetta"
“Sono cose che gridano vendetta”. Non le urlerà in faccia alla ministra, il sempre compassato Marco Gabusi, però con Paola De Micheli, che incontrerà questo pomeriggio a Serravalle Scrivia per l’abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria del Terzo Valico, l’assessore regionale ai Trasporti tornerà alla carica. Mentre la talpa Giovanna aprirà il tunnel della linea che collega il porto di Genova alla Pianura Padana, Gabusi elencherà alla ministra tutti quei muri, fatti di burocrazia ma anche di politica, che ancora dividono tra il dire e il fare la sorte di più di una grande opera in Piemonte. “Cose che gridano vendetta”, appunto. Lavori al palo, per le ragioni più diverse, mai del tutto comprensibili. C’è, la più tristemente nota per l’annosità della vicenda, Asti-Cuneo, ma messe ancor peggio sono la Variante di Demonte e pure la Pedemontana. E poi c’è la questione che non ha a che vedere con scartoffie e cavilli, ma è tutta politica, ovvero la decisione della De Micheli di cambiare rotta rispetto alle rassicurazioni date al Piemonte in un question time alla Camera nei mesi scorsi e non nominare il commissario per la Tav. “Non ce n’è bisogno, perché l’opera sta andando avanti con regolarità”, la risposta della ministra piddina dopo mesi di imbarazzanti silenzi alle ripetute richieste del governatore Alberto Cirio.
Oggi il suo assessore spiegherà alla ministra perché quella sua decisione è “profondamente sbagliata” e per rafforzare la tesi coglierà occasione e luogo: “Da quando, finalmente, il Terzo Valico ha avuto il nuovo commissario Calogero Mauceri, molti ostacoli sono stati superati e siamo in dirittura d’arrivo per la decisione relativa ai 49 milioni di opere compensative per gli undici comuni interessati alla linea ferroviaria”, spiega Gabusi. Perché negare questa figura, che ha riconfermato la sua fondamentale utilità, per la Tav dove i milioni per le opere compensative cono un centinaio e i problemi maggiori rispetto al Terzo Valico? Forse non sbaglia chi vede nell’atteggiamento della ministra la volontà di non accendere troppi riflettori sull’opera avversata dai Cinquestelle e, dunque, per non irritare l’alleato di governo? Forse chi racconta di un consiglio arrivato alla De Micheli dalla collega viceministra al Mef Laura Castelli non eccede in fantapolitica?
Altre domande restano senza risposta e riguardano proprio quelle grandi opere del cui stallo l’assessore tornerà a chiedere conto alla ministra. Ieri il senatore di Forza Italia (stesso partito di Gabusi) Gilberto Pichetto ha salutato positivamente l’inserimento da parte del ministero dell’Infrastrutture nell’elenco dei cantieri ad avviare con urgenza quello della Pedemontana Masserano-Ghemme, prevista da ormai vent’anni. Un passo avanti che resta da vedere se rimarrà l’ennesimo pronunciamento di intenti. L’opera che dovrà assicurare al Biellese un collegamento veloce con l’autostrada è ferma in attesa dell’autorizzazione del ministero dei Beni Culturali, visto che sul tracciato sono stati trovati reperti archeologici. Il dicastero di Dario Franceschini ha chiesto e concordato con l’Anas un programma di indagini, per rilasciare il parere di competenza.
Una volta realizzate le indagini che pare non siano neppure iniziate e consegnato l’esito al Mibact, quest’ultimo dovrà dire se e come realizzare nel sito interessato lo svincolo di Gattinara. Servirà poi ancora un altro parare, quello dell’Ambiente, e infine l’avvio della procedura da parte del ministero delle Infrastrutture, che ha giudicato l’opera come prioritaria.
Altro cantiere ancora sulla carta, quello della Variante di Demonte. Qui non ci sono reperti, ma i resti del Forte della Consolata che hanno fatto accendere gli allarmi ancora una volta al Mibact che ha bloccato l’iter, mentre c’è il via libera del dicastero dell’Ambiente. “Qui non serve neppure il commissario, basterebbe un po’ di attenzione e volontà del Governo”, sbotta Gabusi.
“Da mesi diciamo al presidente del Consiglio di dirimere la questione tra i due ministeri, avocando a sé la decisione, ma fino ad ora nulla si è mosso. Noi e con coi tutti gli enti locali riteniamo sia più importante togliere il traffico pesante dal centro di Demonte, ma dal Governo dove un ministero dice sì e l’altro no, aspettiamo ancora una decisione”. I ruderi del forte valgono ottocento tir che ogni giorno attraversano il paese tra gli stretti portici, spesso urtando i muri delle case? “Se è così, però, il Governo lo dica, altrimenti si parta con i lavori”.
Probabilmente partiranno, anche se tutta la trafila burocratica è ancora da terminare, i lavori per la grande incompiuta, quell’Asti-Cuneo l’avvio del cui cantiere è stato più volte annunciato e fino ad ora mai visto. Deve essere ancora pubblicata dal delibera del Cipe che risale al maggio scorso, dovrà arrivare il via libera della Corte dei Conti e, tra le altre cose, quel parere della Commissione Europea la cui inutilità sostenuta dall’ex ministro Danilo Toninelli non è mai stata confermata. Nell’attesa, il concessionario il Gruppo Gavio, sembra pronto ad aprire il cantiere e farlo “assumendosi una responsabilità – osserva Gabusi - e dimostrando un atteggiamento responsabile verso le esigenze del territorio”. Ci metteranno meno ad arrivare le ruspe che le carte?