VERSO IL 2021

"No a ingerenze romane, il candidato sindaco lo decidiamo a Torino"

Il leader dei Moderati Portas respinge l'ipotesi di accordi nazionali. Ma chi sosterrà? "Incontriamo tutti e poi decidiamo". Il no al M5s e la lista assieme a Italia Viva. Le mosse della seconda forza della coalizione in vista delle Comunali

Il candidato sindaco di Torino? “Spero davvero che sia scelto a Torino e non in qualche fantomatico tavolo nazionale”. Fino a qualche tempo fa allergico alle primarie, ora il leader dei Moderati Giacomo Portas lascia cadere quello che per lui era un tabù. E mentre i candidati si sommano in vista della conta, eccolo alla finestra in attesa di decidere come posizionarsi sullo scacchiere politico del capoluogo. Un’idea già se l’è fatta ma prima “incontrerò tutti i candidati, quelli che me lo chiederanno”.

Insomma Portas, due anni fa, quando Sergio Chiamparino decise di ripresentarsi per un secondo mandato fu proprio lei a stoppare ogni ipotesi di primarie di coalizione. Ora invece le sostiene: in fondo solo gli stolti non cambiano mai idea…
“La coalizione ha scelto le primarie. Io non ne sono diventato un fan, così come prima non ne ero un oppositore tout court. In questo caso penso che possano servire, ma non per fare una conta, piuttosto per scattare una fotografia della città. Detto questo, la questione qui è un’altra e ha poco a che fare con la politica”.

Teme anche lei che possa essere il Coronavirus a scegliere il nuovo sindaco?
“Non lo so, guardo i contagi ed è inevitabile la preoccupazione. Detto questo, però, spero che a inizio febbraio, quando sono state fissate le primarie, la situazione possa essere migliore”.

Intanto, qualche candidato si è già fatto avanti…
“Più di uno. Guardi proprio venerdì scorso avrei dovuto incontrare Luca Jahier, il quale peraltro ha prodotto in questi giorni un ottimo video che sta facendo circolare sui social per annunciare la sua discesa in campo”.

E poi?
“Poi ho dovuto fare un tampone per alcuni casi di positività che si sono verificati alla Camera e aspettare l’esito. Tutto rimandato”.

A proposito, tampone negativo?
“Per fortuna sì”.

Intanto, però, nella mischia ci sono anche Stefano Lo Russo, Enzo Lavolta, Igor Boni e… il “fantasma” Guido Saracco, secondo la definizione che ne ha dato Valentino Castellani. Per presentare le candidature c’è tempo fino al 30 novembre, ma chi secondo lei è il più adatto?
“Ho incontrato il rettore e ho anche letto il suo libro che spiega come si può cambiare una città grazie all’innovazione e alla svolta green che non vuol dire solo disegnare sull’asfalto delle piste ciclabili. Io però non tiro nessuno per la giacchetta, se vuole candidarsi si faccia avanti”.

E se lui è un fantasma, Lo Russo potrebbe essere il ghostbuster di Torino…
“Non mi piace la definizione di fantasma, il rettore è una figura più che autorevole che merita rispetto. Lo Russo ha fatto bene a candidarsi e a farlo presentando un programma, una sua visione della città di qui ai prossimi dieci anni”.

Resta il veto su un accordo con il Movimento 5 stelle?
“Per noi è la condizione per restare nella coalizione ma mi sembra che su questo il Pd sia stato molto chiaro. Io non penso che Appendino si sia comportata come Schettino, una definizione ingenerosa, le riconosco l’onore delle armi: ha capito che i torinesi l’avrebbero bocciata e ha deciso di fare un passo di lato, come dice lei”.

Cosa ha sbagliato Chiara Appendino in questi anni?
“In tante cose. A partire da tutti i No che ha detto, dalla Tav alle Olimpiadi. E poi io non credo nella contrapposizione tra centro e periferie: Torino è una sola e se finalmente riuscirà a intraprendere la strada di un vero sviluppo ne beneficeranno tutti”.

Intanto l’epidemia rischia di far sprofondare di nuovo la città nel lockdown. Come se ne esce?
“Ecco, questo è un tema di cui dovranno occuparsi i candidati a sindaco. A Torino abbiamo 7mila tra bar e ristoranti, che occupano 22mila persone. Che ne sarà di loro? Questo è ciò che mi preoccupa”.

Guardiamo al 2021: i Moderati sono ormai stabilmente la seconda forza del centrosinistra, alle ultime regionali siete riusciti anche a esportare il vostro brand e ottenere due eletti in Campania; ma intanto alla Camera ha aderito al gruppo di Italia Viva. Come sono i rapporti con i renziani a Torino?
“Mi piacerebbe fare una lista assieme a loro, abbiamo iniziato un ragionamento tenendo conto che non è facile presentare le liste per il Comune e tutte le Circoscrizioni: servono 250 persone da candidare e voglio capire anche in questo senso quale sarà il loro contributo”.  

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