EMERGENZA SANITARIA

Pronto Soccorso di nuovo in trincea, "troppi ritardi e disorganizzazione"

Duro atto d'accusa a politici e vertici aziendali di Rivetti dell'Anaao: "Servono percorsi ben definiti e chi vi accede deve essere sottoposto subito a test rapido". Disattese le richieste di medici e infermieri, si sono persi mesi preziosi per evitare gli errori della prima ondata

“Direttori, assessori, coordinatori, professori, consiglieri, se state male in questi giorni, andate in Pronto Soccorso come se foste un paziente normale, senza un titolo davanti al nome. Fate la coda, attendete nell’area grigia l’esito del tampone, guardatevi attorno, pensando che magari gli altri sono positivi e voi no. Poi aspettate in barella che si liberi un letto in reparto”. Chiara Rivetti, guida l’Anaao-Assomed, un sindacato che non è mai morbido con chi gestisce la sanità, stavolta spara a palle incatenate.

Dottoressa Rivetti, dalle sue parole parrebbe che la politica stia vivendo in mondo diverso da quello reale, quello che medici e infermieri, insieme ovviamente ai pazienti, provano sulla loro pelle ogni giorno, di fronte a una situazione che si fa più difficile e drammatica. Lei imputa questa lontananza dai problemi anche ai vertici aziendali. Questo, se possibile aggrava la situazione. È così?
“Purtroppo sì. L’impressone forte che si ricava è che non si rendano conto del rischio cui sono esposti sia gli operatori sanitari, sia i pazienti. In questo momento i Pronto Soccorso sono posti davvero ad elevato rischio di contagio. Gli operatori hanno i dispositivi di protezione, ma i pazienti? Quelli che entrano negativi al virus per altre patologie corrono il rischio di contrarre il Coronavirus”.

Quindi l’accesso al Pronto Soccorso è uno degli elementi più critici. Cosa bisogna ancora fare per abbassare il rischio?
“Servono percorsi ben definiti e chi vi accede deve essere sottoposto subito a test rapido, fare il tampone e scoprire dopo che uno è positivo non serve”.

E qui dovrebbero arrivare disposizioni chiare dalle direzioni aziendali che lei, invece, accusa di non prendere sempre nella dovuta considerazione le sollecitazioni dei medici.
“Le richieste che avanza il sindacato, le avrebbero dovute dare i direttori generali se davvero tengono al loro personale e ai pazienti. Chiedere che chi lavora in reparti puliti rispetto al virus abbia comunque le mascherine Ffp2 e dotare ogni struttura di percorsi differenziati, così come chiedere i test rapidi per i Pronto Soccorsi sarebbe stato logico che a farlo fossero i vertici aziendali”

La situazione sta precipitando, alcune proiezioni indicano che con questo andamento la possibilità di reggere per gli ospedali a partire dalle terapie intensive si riduce a un mese. La domanda ormai è quella chi ricorre, ma la riproponiamo: si sono persi mesi a non fare quello che si sarebbe dovuto?
“Siamo tornati come a marzo e aprile con la differenza che abbiamo una maggiore disponibilità di dispositivi di protezione e che siamo più consapevoli di quello che abbiamo davanti. Per quanto riguarda la gestione non è cambiato quasi nulla. I medici si stanno assumendo adesso, gli specialisti non pertinenti al Covid non sono stati formati. Se questa estate si fossero fatti dei corsi di formazioni sarebbe stato utile. E teniamo conto che fino a due settimane fa si parlava ancora di abbattimento delle liste d’attesa, quando adesso ci ritroviamo a sospendere tutte le visite e gli interventi non urgenti”.

La Regione ribadisce che non ha mai posto un limite di spesa per le assunzioni, nonostante questo in alcuni territori il personale non è ancora sufficiente. Qualcuno nelle Asl non si è mosso come avrebbe dovuto?
“Come al solito si sta correndo quando si poteva agire prima”.

Rivetti, lei pochi giorni fa aveva denunciato la carenza di reagenti in alcuni laboratori delle aziende sanitarie suscitando reazioni di alcuni vertici che hanno negato questo fatto. Poi, proprio in un colloquio con lo Spiffero l’assessore Matteo Marnati ha confermato questo problema.
“Avrei preferito avere torto. Invece il fatto che manchino i reagenti dimostra l’impreparazione e la sottovalutazione del problema”.

print_icon