Pininfarina conferma 135 licenziamenti
16:16 Venerdì 06 Novembre 2020Fumata nera all’incontro tra sindacati e azienda. Il gruppo Mahindra ribadisce la chiusura della branca Engineering. Respinta la proposta di trasferire gli attuali dipendenti alla casa madre di Cambiano per utilizzare gli ammortizzatori sociali
Il vertice di Mahindra fa l’indiano e non cambia idea. Incontro questa mattina in videoconferenza tra i rappresentanti di Pininfarina Engineering e i delegati di Fim, Fiom e Uilm durante il quale l’azienda, riferiscono i sindacati, ha confermato l’intenzione di cessare l’attività, porre in liquidazione la società dichiarando 135 esuberi, la maggior parte dei quali tecnici con un elevato livello professionale. Durante la riunione i sindacati hanno proposto alla società che fa capo alla multinazionale di Mumbai sia di trasferire i lavoratori in esubero dalla Engineering alla casa madre di Cambiano per poter accedere a tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione ed evitare il licenziamento dei lavoratori, congelando il conto alla rovescia dei 75 giorni, sia la sospensione della procedura di licenziamento e l’attivazione della cassa Covid ma le proposte, riferiscono le organizzazioni sindacali, sarebbero state respinte dall’azienda.
“Non è accettabile, in un contesto come quello che stiamo vivendo, che l’azienda non valuti soluzioni alternative all’esubero di un così elevato numero di lavoratori, di fatto aggirando il blocco dei licenziamenti dichiarato a livello nazionale. Si tratta di un fatto grave, che avrebbe inoltre l’effetto negativo di far perdere competenze e know how a un territorio già pesantemente segnato dalla crisi economica prima e dalla pandemia poi”, commenta Cono Meluso, responsabile Pininfarina per la Uilm. “Questa presa di posizione è aggravata dal fatto che con il nuovo lockdown per i lavoratori licenziati sarebbe di fatto impossibile ipotizzare di ricollocarsi altrove – aggiungono per la Fiom Edi Lazzi e Ugo Bolognesi – per questo chiediamo alla Regione Piemonte di attivare da subito un tavolo di crisi finalizzato a trovare delle soluzioni”, mentre Arcangelo Montenarano per la Fim assicura: “Continueremo a condurre le nostre iniziative di sensibilizzazione anche verso le istituzioni locali e nazionali per difesa occupazionale e territoriale che vede in atto lo smantellamento di una casa automobilistica storica e gloriosa”. Prossimo incontro fissato per il 13 novembre.