Iren: Ambrosetti, prima multiutility dell'economia circolare

Iren è al primo posto tra le multiutility italiane nell'ambito dell'economica circolare e della crescita sostenibile: la posizione è assegnata da The European House - Ambrosetti sulla base del Multicircle Index, indice che assegna un punteggio da un minimo di 1 a un massimo di 360 a seconda del grado di copertura, performance e sviluppo dei diversi servizi. "Iren, attraverso una chiave di lettura multicircolare, risulta dalla nostra ricerca al primo posto tra le principali multiutility italiane con un punteggio di 280/360, secondo quello che abbiamo definito come Multicircle Index", spiega Valerio De Molli, ad di The European House-Ambrosetti. Iren è al quinto posto in Italia per crescita dei ricavi, nella top 25 della aziende industriali nel Paese per volume dei ricavi, con un tasso medio annuo di crescita dell'8.4%. Rispetto agli investimenti, con una crescita media annua del 19,4% negli ultimi 5 anni, si posiziona al primo posto tra le aziende comparabili per tasso di crescita. "Per noi di Iren l'economia circolare è alla base di tutto quello che facciamo: dalla produzione di energia da fonti rinnovabili al ciclo dei rifiuti, dalla gestione delle risorse idriche alla mobilità green. È un'idea connaturata al nostro Dna" commenta Renato Boero, presidente di Iren, al talk 'Multicircular economy, un nuovo modello di sostenibilità per il Paese'. "Continueremo a occuparci dei nostri settori di riferimento, energia, acqua, gas, rifiuti, ma sarà per noi necessario rispondere alle sfide del nostro tempo come inquinamento, transizione energetica, consumo di risorse, mobilità, servizi integrati", ha detto Boero.

"Oggi le multiutility quale elemento centrale della vita nei territori hanno una grande opportunità: essere protagonisti per accelerare la ripresa economica del Paese, mettendo in campo progetti, servizi innovativi e rafforzare il sistema Italia"- Lo ha sottolineato l'ad di Iren Massimiliano Bianco nel talk Multicircular economy, un nuovo modello di sostenibilità per il Paese. Bianco ha ricordato che il piano Industriale prevede 3.7 mld di investimenti, "una cifra consistente, ma il contributo addizionale - ha spiegato - può esserci e abbiamo già presentato diverse proposte alle istituzioni per lavorare nei diversi settori che presidiamo". "Il termine sostenibilità è stato storicamente sottovalutato nella sua rilevanza. Un pezzo del nostro successo e' dovuto, invece, alla capacità di coniugare in maniera profonda la visione industriale con gli obiettivi di sostenibilità", ha aggiunto Bianco.

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