TARTASSATI

Web tax contro Amazon & Co,
la crociata parte dal Piemonte

Il governatore Cirio lancia la proposta di legge nazionale da condividere con almeno altre quattro Regioni per farla approdare in Parlamento. Per i giganti dell'e-commerce aliquota dal 3 al 15 per cento e i ricavi a sostegno dei piccoli esercenti

Parte dal Piemonte la proposta di legge nazionale per istituire una nuova web tax. L’iter legislativo è quello del disegno di legge promosso da almeno cinque Regioni per diventare nazionale e finire direttamente all’esame del Parlamento. Un provvedimento che si rivolge innanzitutto ai colossi dell’e-commerce, a quelle società cioè che hanno un reddito complessivo superiore ai 750 milioni e che possano vantare ricavi non inferiori ai 5,5 milioni sul territorio nazionale.

Una legge nazionale già c’è e prevede un’aliquota del 3%, troppo bassa secondo il governatore Alberto Cirio per aziende che possono contare su fatturati spesso a otto o nove zeri e soprattutto impari nel confronto con l’esercito di negozianti, bar, ristoranti che “tutte le mattine alzano le loro saracinesche e rendono vive le nostre città e i nostri piccoli centri” dice il presidente della Regione. Di qui la decisione di quintuplicare l’aliquota attualmente in vigore portandola al 15%. Un duro colpo per giganti come Amazon che forse s’aspettava un altro benvenuto dopo aver aperto lo scorso anno il suo nuovo sito di Torrazza Piemonte, con un investimento di 150 milioni e 1.200 nuovi posti di lavoro. Lo stesso sito contro il quale ieri sono stati esplosi due colpi di pistola da parte di ignoti e sui quali le forze dell’ordine stanno indagando.

“Sulla base di una relazione del Governo – prosegue Cirio – il fatturato dell’e-commerce in Italia è di 31 miliardi e nei primi mesi del 2020 ha ottenuto un incremento del 31,3 per cento”. Affari da capogiro su cui il Paese dovrebbe riuscire a trattenere cifre superiori rispetto a quelle attuali, inferiori al miliardo di euro. Con l’incremento dell’aliquota al 15%, invece, il gettito complessivo dovrebbe aggirarsi intorno ai 2,5 miliardi che il dispositivo appena approvato dalla giunta regionale prevede vengano vincolati proprio a vantaggio dei piccoli esercenti. Non solo, la norma che ora andrà all’esame dell’aula prevede anche un incremento di tale aliquota in tempi di Covid, passando dal 15 al 30 per cento. Questo perché nei mesi in cui i negozi tradizionali sono costretti a chiudere per via delle strette del governo, l’e-commerce incrementa ancora di più i propri ricavi, “ma non per meriti propri – afferma Cirio – ma perché viene messa fuori gioco la concorrenza”.

Sarà l’assessore Maurizio Marrone a seguire l’iter legislativo del provvedimento che, secondo i vertici regionali "dovrà essere condiviso da cinque Regioni" ricalcando il percorso del poi ribattezzato Papeetellum di Matteo Salvini, che però era una proposta di referendum. Una strada, quella scelta dalla Regione, piuttosto tortuosa e dall'esito quasi certamente infausto.

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