Torino: rapporto Rota, serve sforzo per uscire da crisi

"Affrontare il tema, scelto ben prima dell'emergenza sanitaria, dell'attrattività come fattore competitivo, in un momento di lockdown, chiusura dei confini, blocco delle attività e rinvio di molti progetti, può sembrare poco sensato, ma in realtà emerge che il problema dell'area torinese era ed è proprio una mancanza di attrattività sia di persone sia di investimenti". Lo afferma il presidente del Centro Einaudi Beppe Facchetti presentando il 21/o rapporto "Giorgio Rota" su Torino che si intitola proprio Ripartire. Il rapporto sottolinea come negli ultimi 5 anni Torino abbia "eroso il capitale umano" più che nelle altre città italiane, con relativo invecchiamento della popolazione. Va meglio l'attrazione di studenti universitari, soprattutto per quanto riguarda il Politecnico, unico ateneo italiano con il 55% di studenti stranieri. "Ma il problema - dice Facchetti - è trattenere a Torino i laureati". Sono anche diminuite le imprese, più che nel resto del Paese, "anche se con il rallentamento della globalizzazione potrebbero verificarsi processi di re-shoring, ossia di ritorno in patria delle produzioni strategiche. Anche le startup innovative, che rappresentano l'1% delle società di capitale, "pagano la ridotta presenza di investitori". Il settore turistico, infine, non si è più sviluppato, dopo il 2006, l'anno delle olimpiadi: non è aumentata l'offerta alberghiera a fronte di un aumento di presenza, ma poche straniere. "Il Piemonte - conclude Facchetti - dovrà fare uno sforzo aggiuntivo per creare nuovi scenari di sviluppo". 

"Dire che tutto va bene e far finta di essere ottimisti è stupido e non serve, Torino sta attraversando una fase di declino e non solo da ora. Si sono perse molte occasioni, bisogna ripartire da quello che io definisco 'il dovere della buona volontà', bisogna puntare su innovazione, ricerca e formazione per arginare la diaspora all'estero dei nostri studenti": Lo ha detto l'ex ministra Elsa Fornero intervenendo alla presentazione del rapporto Rota, che sottolinea il calo di attrattivita' dell'area torinese negli ultimi 5 anni e la "fuga" degli studenti anche quelli che a Torino sono venuti per studiare, ma che poi non si fermano. "E' il capitale umano che fa la differenza - ha aggiunto - bisogna aiutare i giovani a crescere in capacità. E' dal capitale umano che vengono i progetti per il futuro, le idee, le visioni, anche quelle in senso produttivo. Bisogna smettere di fare polemiche sterili. E cercare di formare una nuova classe dirigente della quale si sente molto la mancanza".

"Bene ha fatto il Centro Einaudi a porre il deficit di attrattività dell'area torinese al centro del rapporto annuale Rota, perché è proprio questo il tema degli anni che stiamo vivendo. La crisi, e non solo quella legata a questi mesi di pandemia, non è solo un problema di risorse, ma di efficacia con cui si gestiscono le risorse. Patiamo un deficit di competenze. Nei prossimi 5 anni arriverà una mole eccezionale di fondi, ma senza una programmazione di altissimo livello, si perderà il treno". Lo ha detto Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo partecipando alla presentazione dei dati rapporto Rota. "L'Ue dice che bisogna partire dalla raccomandazioni del 2019 sui punti di criticità segnalati, ma così non è stato fatto - ha aggiunto Profumo -. Inoltre non si diano per scontati questi fondi europei perché sono vincolati a precise strategie e progetti". Profumo si è poi detto molto preoccupato per il futuro della Pubblica Amministrazione alla luce dei tanti pensionamenti in vista: "temo che si riproducano i meccanismi burocratici del passato quando invece sono necessarie forze innovative e preparate. Inoltre bisogna veicolare le energie dei giovani. E questo è anche il tema al centro del piano strategico 2020-2024 della Compagnia che presenteremo a fine gennaio e basato su tre cardini: dati, competenze e personalizzazione degli interventi". 

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