Grandi registi per politici piccoli

Complotti e complottisti: due vocaboli attualmente in voga, ma dal significato profondamente in antitesi l’uno con l’altro. Complottisti sono, per definizione, coloro che tendono a indicare ogni evento come parte di una congiura. Negli ultimi mesi il termine è stato usato per etichettare soprattutto i virtuosi dei social dediti a inserire il Covid19 in trame oscure elaborate da governi mondiali. Il complotto invece è la cospirazione ai danni di autorità costituite o di persone e comunità, quindi una raffigurazione che racchiude in sé atti effettivi a cui conseguono ricadute concrete.

Nello scorrere del tempo le teorie incentrate su macchinazioni rette da poteri occulti hanno preso forza tra l’opinione pubblica, arruolando quotidianamente molti nuovi simpatizzanti. Quasi tutte le denunce aventi come oggetto segreti planetari riguardano temi che nulla hanno veramente a che fare con le nostre esistenze. Solitamente si tratta di presunti intrighi (dati per certi) legati alla presenza di alieni sulla Terra, a fatti riconducibili al controllo di massa tramite l’uso di tecnologie a oggi fantascientifiche e, dulcis in fundo, a tutto quanto concerne l’immancabile “dittatura sanitaria”.

Gli autori e i sostenitori della grande cospirazione raramente dimostrano interesse per quanto accade realmente nelle stanze del Potere, anzi la tendenza di costoro è quella di ignorare le “banalità” su cui poggiano le fondamenta della società e della libertà. Considerazione, quest’ultima, che consente di poter tornare alla parola “Complotto”.

Gli esempi di intrighi nazionali e internazionali (emulando Alfred Hitchcock) abbondano nella storia europea del dopoguerra, trovando sovente una sede naturale di attuazione proprio nel nostro Belpaese. In questi giorni siamo, con buona probabilità, testimoni dell’ennesima cospirazione (che non va confusa con l’arte della politica) ignorata totalmente da chi perennemente concentrato a dimostrare come l’uomo non abbia mai camminato sulla Luna.

L’Italia sarà presto soccorsa da una pioggia di soldi provenienti dal noto “Recovery Fund”: fondi comunitari che saranno distribuiti, quindi impiegati in opere e poi spesi. Le parole “denaro” e “contributo” richiamano sempre voglie, e un incontenibile desiderio di poter gestire arbitrariamente le risorse monetarie. Le conseguenze dei finanziamenti annunciati sono davanti ai nostri occhi: un governo più o meno saldo improvvisamente vacilla, sino a rischiare un rovinoso schianto a terra.

Oltre ai complotti esistono i veri complottisti doc. Non si tratta di individui appassionati di scie chimiche che spargono nei cieli microchip per controllare le genti, bensì dei burattinai certificati tali per mezzo dei loro successi: i grandi registi dei piccoli politici. L’ennesimo esempio forse può chiarire il concetto.

Denis Verdini, potente imprenditore toscano ed ex deputato dagli svariati guai giudiziari, è tra i mentori di Matteo Renzi ma anche il suocero di Matteo Salvini. I due “Matteo”, oltre ad essere legati a un comune denominatore di rilievo, amano condividere uno sport molto particolare: tiro al premier Conte. I due parlamentari sono anche simili per coerenza e limpidezza nello svolgimento del loro mandato politico.

Matteo Renzi, in particolare, risulta essere il più virtuoso dei virtuosi: prima di diventare leader del Pd era posizionato saldamente sul No Tav, poi si è trasformato in acceso Si Tav; prima strenuo oppositore alle modifiche dello Statuto dei Lavoratori, poi grande azzeratore dei diritti a tutela degli operai e non solo; prima del referendum costituzionale era pronto a lasciare la politica se vinceva il fronte a lui avverso (il No), poi da sconfitto è diventato membro di quel Senato che voleva di fatto cancellare; prima promotore del governo Conte bis, poi addirittura accanito “Conticida”. Personaggio decisamente abituato a repentini cambi di rotta e dalle amicizie importanti, esattamente come Matteo Salvini che dopo aver elogiato per mesi l’esecutivo, di cui è vicepresidente, decide di silurarlo senza neppure il preavviso di sfratto.

Mentre calavano le prime ombre della sera su un Paese sfinito, alcuni complottisti allarmavano il popolo sulla pericolosità della schedatura sanitaria. Contemporaneamente prendeva vita il vero complotto, orchestrato con maestria da specialisti del settore, e alcuni affaristi si sfregavano le mani sfoggiando piena soddisfazione per la perfetta trama tessuta.

Grazie ai social, distrarre la cittadinanza è diventato davvero un gioco da ragazzi.

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