BANCHI DI NEBBIA

Più bus e treni per tornare a scuola

Migliaia di corse ogni settimana in tutta la regione. Prevista una spesa di 800mila euro. Ma questo risolve il problema solo se a scuola va la metà degli studenti delle superiori. Con la percentuale in presenza al 75% i problemi (e i costi) aumentano

Poco meno di 100mila chilometri, 4mila e 300 corse e 800mila euro: sono questi i numeri settimanali del potenziamento del trasporto pubblico locale per adeguarlo al ritorno a scuola degli studenti delle superiori, mantenendo per la metà di loro la didattica a distanza. Nel caso di un innalzamento della quota in presenza al 75% anche questi numeri cambierebbero, portando la spesa aggiuntiva sempre per ogni settimana a 2 milioni di euro, ma soprattutto ponendo il sistema di fronte alla difficoltà di reperire tutti gli automezzi necessari. Alle cifre riferite al trasporto su gomme vanno aggiunte le 600 ore settimanali aggiuntive per il servizio ferroviario.

Il piano dei trasporti calibrato sulle regole anti-contagio è dunque pronto, almeno per il periodo in cui a scuola andrà soltanto la metà degli studenti, a partire dal prossimo 18 gennaio. Guardando più in dettaglio ai numeri, emerge come per i servizi urbani ed extraurbani a Torino sono previste 1.625 corse autobus settimanali in più, 789 per la Città Metropolitana, 145 per l’Astigiano, 187 per l’Alessandrino, 100 per il Biellese, 622 per il Cuneese, 375 per il Novarese, 115 per il Vco e 256 per il Vercellese.

Il programma è frutto del lavoro dei tavoli tecnici presieduti dai prefetti, “un lavoro – osserva l’assesssore regionale ai Trasporti Marco Gabusi non finisce qui, ma prosegue nelle prossime settimane per verificare la risposta del sistema trasportistico pubblico ed affinare l’offerta se dovessero emergere nuove esigenze”. L’assessore ricorda come siano stati prefigurati diversi scenari e proposti i relativi piani. Due in particolare, “il primo ipotizza una didattica in presenza al 75% per la quale diventa indispensabile impostare gli ingressi e le uscite su due turni distanziati di due ore, mentre il secondo punta sulla presenza in aula del 50% degli studenti a rotazione. Entrambi gli scenari, approvati dai tavoli, consentono ai trasporti di reggere il flusso di passeggeri inserendo un consistente pacchetto di servizi aggiuntivi, che nel primo caso hanno un costo stimato di 2 milioni di euro alla settimana e nel secondo di 800mila euro”.

Sui tavoli di lavoro sono finiti ancora altre cifre: escludendo i ragazzi che frequentano le scuole a Torino e utilizzano anche la metropolitana e i tram, gli studenti in Piemonte sono complessivamente 130 mila, dei quali circa il 60% utilizza l’autobus: sono perciò 78 mila gli studenti che nell’ora di punta prendono i mezzi pubblici su gomma.

Tenendo conto della capacità massima media di 35 posti per ogni mezzo, dovuta alla limitazione di carico al 50%, per trasportare i soli studenti sarebbero necessari 2.258 autobus contro i 1.289 oggi impiegati tra urbano ed extra urbano. Va inoltre tenuto presente che gli autobus da noleggio hanno una capacità inferiore, mediamente pari a 25 posti e quindi ne servirebbero 1.339 per trasportare i soli studenti, senza tener conto degli altri utenti del trasporto pubblico. 

"Tutti quei mezzi non sono disponibili, né nei depositi, né sul mercato – sottolinea Gabusi –. Chiaramente dimezzando il flusso di passeggeri la necessità di servizi aggiuntivi si riduce significativamente e diventa un tema affrontabilePer quanto riguarda il servizio ferroviaria e metropolitano il discorso è ancora più stringente, poiché non si possono aggiungere carrozze o treni ed è complicatissimo apportare variazioni di orario significative, ecco perché dimezzare il carico di passeggeri diventa fondamentale”.

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