La Memoria non è relativa

Anche oggi, come ogni anno nel Giorno della Memoria, si ripete la pessima abitudine di molti ad operare una relativizzazione strumentale della storia, spacciandola per anti-strumentalizzazione del ricordo. Ormai da diversi anni, il 27 Gennaio è la data internazionale in cui si celebra il ricordo delle vittime della Shoah, causate dalla follia nazifascista volta all’epurazione di parte della popolazione su base religiosa. Ed anche oggi, come da diversi anni accade, si alza il coro del “ma anche questa o quella popolazione hanno subito un genocidio”.

Tutto vero, ricordi leciti di avvenimenti brutali ed altrettanto folli, realmente accaduti ma, che come tali, vanno ricordati e trattati distinguendoli da una celebrazione istituzionale ed internazionale, evitandone una strumentalizzazione nel merito. Che tutte le vittime di tutte le follie umane accadute nella storia vadano ricordate, è un mantra che tutti dovremmo seguire nella nostra vita. Soltanto conoscendo e ricordando quanto di più atroce commesso dall’uomo nella sua storia, potremo evitare che accada di nuovo, o almeno combatterne una recrudescenza.

Ma il 27 Gennaio di ogni anno, si ricorda un avvenimento preciso: l’eliminazione scientificamente programmata di una popolazione a causa di un credo religioso diverso. Ebrei, insieme a Rom, Omosessuali, Diversamente Abili, Oppositori Politici, sono stati individuati, arrestati, deportati, sottoposti alle più brutali avversità in nome di un credo politico folle, criminale. Gli sproloqui da bar, o da social, atti a delegittimare il Ricordo di queste brutalità, in nome di altri genocidi, è un atto strumentale e fuori luogo. Invece di tirar fuori dal cassetto dei ricordi le vittime dei regimi comunisti o del genocidio degli Armeni in questa data, sarebbe più indicato ricordarsene sempre, portandone nel cuore e nella mente gli avvenimenti ed assumere un comportamento tale, anche negli atti quotidiani, nel linguaggio, nelle espressioni, che sia il più lontano possibile da certe derive.

Genocidi da non portare alla ribalta unicamente il 27 Gennaio al fine di sminuire il ricordo della Shoah, ma eventualmente per iniziare un iter che possa portare all’istituzione di una giornata precisa per ricordarne le vittime. Atti criminali da condannare quotidianamente, non da strumentalizzare in questa giornata ogni anno. Oggi si celebra un avvenimento ben preciso, una follia razionale che ha portato ad uno sterminio di massa. Ricordiamoci che, se dovessimo osservare un minuto di silenzio per ogni vittima della Shoah, rimarremmo in silenzio per 11 anni e mezzo.

*Claudio Desirò, Buona Destra

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