ECONOMIA DOMESTICA

Più Piemonte con Ubi in Intesa

"Nella geografia del Gruppo la regione si è rafforzata grazie alla componente cuneese" assicura il presidente della banca Gros-Pietro. Nel 2020 erogazioni per 3,9 miliardi (+55% rispetto al 2019)

“Con l'operazione Ubi Banca, il Piemonte si è ulteriormente rafforzato nella geografia del Gruppo. Si è infatti aggiunta la componente del Cuneese, grazie alla sua forte presenza in questa zona e alla Fondazione CrC”. Così Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, intervenendo alla presentazione di una collaborazione con la Diocesi di Torino a sostegno delle microimprese e dei lavoratori autonomi.

“Nel 2020 abbiamo erogato in Piemonte 1,7 miliardi di euro per iniziative legate al Covid e complessivamente 3,9 miliardi (+55% sul 2019) di finanziamenti che hanno aiutato le famiglie e le imprese nei loro acquisti correnti come nei loro grandi progetti, favorendo contemporaneamente investimenti e la nascita di nuove idee, l’elemento alla base di un tessuto economico vivo, dinamico, che alimenta sempre nuove opportunità di sviluppo”. Finanziamenti che hanno contribuito alla crescita di 12mila organizzazioni del terzo settore in Piemonte con erogazioni per 89 milioni di euro. “Siamo impegnati in diversi progetti benefici, abbiamo distribuito 17 milioni di pasti con la collaborazione di Caritas e il Banco Alimentare. Abbiamo sostenuto la sanità piemontese, realizzando un asilo nido all'ospedale Regina Margherita e in questo difficile anno con donazioni per l’acquisto di apparecchiature diagnostiche e medicali per alcuni ospedali piemontesi tra cui Candiolo. Iniziativa che è parte di quella che si estende a livello nazionale, ricordo i 100 milioni di donazioni per contrastare il Covid nelle prime fasi dell’emergenza”.

L’intervento di Gros-Pietro si è svolto durante una iniziativa promossa assieme all’Arcidiocesi di Torino per sostenere le microimprese e i lavoratori autonomi del territorio, particolarmente colpiti dalla pandemia e dall’incertezza economica. L’obiettivo è offrire un servizio di accompagnamento al credito permettendo loro di riprogrammare un futuro lavorativo. A presentarla, durante una conferenza online, assieme al numero uno dell’istituto bancario, il vescovo di Torino Cesare Nosiglia, il presidente della Fondazione don Mario Operti Tom Dealessandri e Teresio Testa, direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo.

Il progetto è coordinato dalla Fondazione Operti in qualità di braccio operativo dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro, che rafforzerà così la disponibilità del Fondo So.rri.so, nato per porre argine agli effetti sociali ed economici della pandemia nella vita quotidiana delle persone. All’iniziativa hanno inoltre aderito tutte le associazioni di categoria delle piccole imprese e Compagnia di San Paolo. Coinvolti 137 Comuni della Città metropolitana di Torino, 15 in provincia di Cuneo e 6 in provincia di Asti. I finanziamenti concessi, rimborsabili in massimo 6 anni, beneficiano di un tasso dello 0,4% grazie alla garanzia prestata dalla Fondazione Operti, moltiplicata da Intesa Sanpaolo. L'impatto della pandemia sul tessuto socioeconomico piemontese è drammatico (dati Ires Piemonte): oltre 33.000 aziende e quasi 100mila lavoratori interessati dalla Cassa integrazione in deroga a dicembre 2020, con una spesa stimata di circa 182 milioni di euro. Nel solo periodo gennaio-novembre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, si registrano 174.000 assunzioni in meno. Aumenta il numero di famiglie beneficiarie di misure pubbliche a sostegno del reddito rispetto all'anno precedente. Il reddito di emergenza è stato richiesto da 15,1 famiglie piemontesi ogni 1.000, valore superiore alle altre regioni del nord, eccetto Liguria (15,5) ed Emilia-Romagna (22,5). Mons. Nosiglia ha osservato che oggi “il lavoro è la prima emergenza sociale”.

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