Appalto bar Palagiustizia Torino, chieste dieci condanne

Dieci condanne sono state chieste in tribunale dalla pubblica accusa al processo legato a uno scandalo sull'appalto del 2015, bandito dal Comune di Torino, per la gestione del bar interno al Palazzo di Giustizia. Il pm Lisa Bergamasco ha proposto pene fino a un massimo di tre anni di reclusione per un ammontare complessivo di quasi trent'anni. Secondo le indagini, l'appalto fu affidato alla società veronese Service Companies in maniera irregolare. Tra le figure chiave della vicenda figura un funzionario del Comune, all'epoca responsabile dell'Ufficio contrattualistica (per il quale sono stati chiesti due anni e sei mesi). Il processo ha preso in esame anche la condotta di un dipendente della Procura generale (addetto alla vigilanza) e di un dipendente della Corte d'appello (responsabile della sicurezza) per presunti scambi di favori: il primo ottenne un telefonino e l'assunzione di un parente al bar per avere consentito al personale adibito alle attività del locale l'accesso nel Palagiustizia aggirando le procedure; il secondo l'assunzione di una familiare sostenendo di poter fornire il proprio aiuto nella creazione di un punto di ristoro anche nelle ex carceri Nuove. Fra i reati contestati, a seconda dei singoli comportamenti contestati, figurano la turbativa d'asta e il traffico di influenze. Il Comune di Torino si è costituito parte civile con l'avvocato Giuseppina Gianotti.

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