LOTTA AL COVID

Vaccini ancora col contagocce: 170mila dosi nei magazzini

Di questo passo ci vorranno quattro mesi per immunizzare tutti gli over 80 in Piemonte. Le difficoltà nell'approvvigionamento spiegano solo in parte il numero scarso di somministrazioni. Il nodo del personale e dei punti vaccinali a Torino

Il Piemonte fa pochi vaccini? Colpa di un approvvigionamento a singhiozzo che non consente di accelerare. Parola dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi che oggi ha fatto il punto a Palazzo Lascaris, rispondendo alle interpellanze di Luv e Movimento 4 ottobre. “Oggi stiamo facendo con le dosi che abbiamo, per aumentare le vaccinazioni dovremmo semplicemente avere più dosi” dice il titolare di corso Regina Margherita. “Il Piemonte – ha sottolineato Icardi – è la terza regione in Italia per dosi di vaccinazione somministrate. Mi stupisce che i dati citati da chi lamenta un ritardo nella vaccinazione degli ultraottantenni non vengano comparati con la popolazione target. Il Piemonte riceve le dosi in numero commisurato al numero degli anziani presenti sul territorio. Abbiamo un magazzino, che è addirittura al di sotto di quanto sarebbe previsto, e che va tenuto per le seconde dosi. Solo se aumenteranno le dosi – ha concluso – potremo aumentare anche le vaccinazioni”.

L’alibi dell’approvvigionamento a singhiozzo, però, si scontra con una serie di nodi ancora da sciogliere se davvero il Piemonte vuole cambiare marcia sulle vaccinazioni. Innanzitutto Icardi ammette che “due strutture vaccinali per Torino sono poche” e che quindi “intendiamo riattivare anche i centri vaccinali ospedalieri, che hanno già collaborato nella fase della vaccinazione dei medici: abbiamo già dato disposizioni in questo senso”. Poi assicura: “Questa mattina ho chiuso anche degli accordi con le strutture sanitarie private accreditate per avere più centri vaccinali e anche più letti in previsione dell’avanzata dei contagi”. Secondo Marco Grimaldi (Luv) ne servirebbe almeno uno ogni 100mila abitanti.

Icardi dice che “ora siamo a 11-12 mila vaccinazioni al giorno”, in realtà la media dell’ultima settimana si attesta a circa 9.700 con un picco a 11.227 registrato sabato. A 12mila non ci siamo mai arrivati e intanto le fiale restano nei magazzini. L’obiettivo, assicura Icardi, è di arrivare a 20mila al giorno da marzo. Mese che è già in corso. In questo momento le riserve della Regione ammontano a oltre 170mila fiale di vaccini tenendo conto anche dell’ultima fornitura di Moderna, 20.300 dosi appena arrivate assieme a 53.820 di Pfizer. Insomma, siamo sicuri che il Piemonte sia pronto a cambiar marcia come strombazzato ancora nei giorni scorsi da qualche solone del Dirmei? A oggi sono state somministrate 414.854 dosi, circa il 70% delle 586.770 che sono nella disponibilità della Regione.

Non è ancora stato risolto il problema del personale: “Stiamo facendo accordi per l’uso degli specializzandi, e ho perfino sollecitato il ministro perché faccia un decreto che ci permetta di pagare il ricorso a prestazioni aggiuntive del personale dipendente. Ricorreremo inoltre all’aiuto dei volontari” assicura Icardi.

Gli ultraottantenni in Piemonte sono 370mila, quelli che hanno già avuto la prima dose di vaccino sono 48.474 (esclusi i 20mila delle Rsa, già vaccinati precedentemente). Di questo passo ci vorranno ancora due mesi solo per somministrare a tutti la prima dose, altrettanti per immunizzarli definitivamente. L’ex grillina Francesca Frediani del Movimento 4 ottobre fa notare che “con gli over 80 il Piemonte non sta viaggiando a vele spiegate, anzi sta ben dietro al Lazio (106mila dosi), all’Emilia-Romagna (81mila), alla Lombardia (66mila) e al Veneto (53mila). Se non risolviamo il nodo degli ultraottantenni il rischio è che i ritardi si accumulino mettendo a rischio tutte le categorie più fragili come gli over 70 e 60”.

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