VERSO IL 2021

"Primarie e alleanza con il M5s", Lavolta riscrive l'agenda del Pd

Con lo slittamento del voto a ottobre e l'accelerazione impressa da Zingaretti, il candidato della sinistra dem alza il tiro e spinge il partito locale: "Allargare i confini del centrosinistra anche a Torino"

“Non ci sono più alibi o scorciatoie”, con l’imminente slittamento delle elezioni comunali “il tema delle primarie si ripropone con forza. E il Pd di Torino ha il dovere morale di verificare se ci sono le condizioni perché quello sforzo di dialogo con i 5 Stelle che sta avvenendo nel resto d’Italia possa concretizzarsi anche da noi”. A parlare è Enzo Lavolta, il primo ad alzare la mano quando il centrosinistra ha approvato le primarie come metodo per scegliere il candidato a sindaco di Torino. Poi ci si è messo di mezzo il Covid, qualche bega interna al partito e il suo nome è rimasto sullo sfondo di una sfida che si è polarizzata per un po’ attorno alle figure di Stefano Lo Russo e Mauro Salizzoni. E proprio mentre tutto lasciava intendere che si andasse verso una soluzione, il traguardo si sposta più in là e non di poco. Sette mesi di qui alle urne sono un’eternità: un tempo nel quale il Pd può prendere di nuovo in considerazione l’ipotesi delle consultazioni interne per “superare uno stallo che si è costruito giorno dopo giorno per l’assenza di un dibattito pubblico”.

Classe 1978, già assessore all’Ambiente con Piero Fassino, tre mandati da consigliere a Palazzo Civico, Lavolta – che ha già incassato l'appoggio dei Verdi – ora è il più ortodosso nell'interpretare quell'accelerazione impressa da Nicola Zingaretti che a partire dal suo Lazio proietta l’alleanza “strutturale” con i Cinquestelle ben oltre i confini della capitale. “Il mio è un programma progressista, ambientalista e femminista. Il primo obiettivo è di ridurre la disoccupazione giovanile sotto la soglia psicologica del 5 per cento. Sono pronto a discuterne”.

Ma perché tutta questa voglia di primarie? Non c’è il rischio che si riduca tutto a una conta, utile solo a misurare l’appeal elettorale di alcuni candidati?
“Le primarie sono e devono essere più di una conta. Io voglio sottoporre agli elettori del Pd e del centrosinistra una proposta politica chiara e voglio che loro possano avere la possibilità di scegliere tra proposte alternative”.

Più preciso…
“Il popolo progressista deve decidere se correre il rischio di regalare Torino alla destra oppure contrapporre un fronte riformista e ambientalista che abbia come colonne portanti non solo Leu e il Pd, ma anche il Movimento 5 stelle”.

Quindi la sua proposta è di allargare il centrosinistra oltre i suoi confini tradizionali fino a raggiungere i lidi dei Cinquestelle?
“Mi chiedo come il Pd di Torino possa fare finta di nulla mentre ovunque si sta compiendo questo sforzo di unificazione”.

Ma parliamo dello stesso M5s che da cinque anni contestate in Sala Rossa?
“Rispetto al 2016, ma anche solo a un anno o due fa, il Movimento è cambiato radicalmente. Non sono più quelli del No a tutto, ma una forza progressista attenta ai temi sociali, dei diritti civili e ambientali. Con loro il Pd ha governato nel Conte bis, ha formato l’intergruppo parlamentare nella nuova maggioranza che sostiene Draghi, sta valutando convergenze nelle altre principali città al voto. Se poi dovessero aderire al Pse, non vedo come a Torino potremmo continuare a escludere un dialogo”.

È cambiato il suo giudizio su Chiara Appendino?
“Non mi rimangio nulla dell’opposizione che ho fatto. Di questa amministrazione abbiamo contestato molte cose, a partire dall’approccio demagogico su temi quali le Olimpiadi e la Tav. La città avrebbe dovuto investire in Iren e invece questa giunta ha ceduto quote strategiche. Allo stesso tempo, però, abbiamo condiviso e sostenuto tutte le politiche sul tema dei diritti civili, molte ipotesi di trasformazione urbana, le scelte sulla parità di genere”.

Insomma, tante assonanze.
“Lo ripeto, in questi anni molto è cambiato. Oggi penso che abbiamo il dovere morale di verificare se ci sono le condizioni perché tutto quello che sta avvenendo nel resto d’Italia possa avvenire anche a Torino. Ed è per questo che ora più che mai servono le primarie: io ai nostri elettori proporrò questa impostazione e voglio che loro si possano pronunciare”.

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