P.za San Carlo: dirigente Comune, nessun ruolo organizzativo

"Io dovevo solo obbedire. Sono un'impiegata amministrativa e di capienza della piazza e questioni tecniche non so nulla". La dirigente del Comune di Torino, Chiara Bobbio, e' stata ascoltata questa mattina nell'Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Torino, nel processo che la vede imputata per disastro, lesioni e omicidio colposi per i fatti del 3 giugno 2017 in piazza San Carlo. Bobbio, difesa dall'avvocato Valentina Zancan, ha spiegato che lei non aveva ruoli nell'organizzazione dell'evento, come invece sostiene l'accusa rappresentata dal pm Vincenzo Pacileo. "Non spettava a me interviene e nemmeno per il vetro, non mi occupo di ordinanze e non mi occupo del rilascio di provvedimenti di nessun tipo. Ero solo il trait d'union con altri uffici", ha detto Bobbio, che anche per quanto riguarda Il finanziamento di Fca per l'iniziativa ha sottolineato che "era stato procurato dalla sindaca Chiara Appendino e da Paolo Giordana (ex capo di gabinetto, ndr)". "A me venne solo passata la mail dove si diceva chi era il mio referente cui io dovevo relazionarmi come segreteria".

In occasione della proiezione su maxi schermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, Chiara Bobbio era in piazza San Carlo, come ha ricordato il pm Pacileo durante l'interrogatorio. "Ero lì dalla mattina alla sera per mio divertimento, perché c'erano le televisioni di tutto il mondo e ho dato una mano volontariamente ai colleghi dell'ufficio stampa per compilare i pass", ha spiegato la dirigente comunale. Quando è scoppiato il panico Bobbio si trovava "nello spazio riservato alla stampa, dando le spalle alla gente. Poi ho sentito il boato della folla, mi sono girata e ho visto che tutti scappavano urlando che c'era una bomba, così ho scavalcato la transenna e sono fuggita verso Porta Nuova. Solo in un secondo momento sono tornata in piazza". 

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