Aspettando Draghi

Forse è prematuro dare un giudizio sul governo Draghi, ma al momento non si evidenziano grandi cambiamenti rispetto al passato governo. Ci sono stati importanti avvicendamenti in figure chiave come il commissario per l’emergenza e il capo della protezione civile, ma ancora non si riesce ad intravedere un accenno di diverso rispetto al passato. Non ci sono più le comunicazioni notturne del Presidente del Consiglio a cui ci aveva abituato Conte e la comunicazione è rientrata nei suoi alveoli istituzionali, costituendo un bene, ma nulla di più. Si spera che dopo le prime settimane di rodaggio finalmente ci sia un piano vaccinale decente che preveda e riesca ad attuare quelle circa 500.000 vaccinazioni al giorno necessarie per poter immunizzare tutta la popolazione italiana in tempi ragionevoli.

È passato un anno dall’inizio dell’emergenza e sembra non sia cambiato nulla se non l’abbondanza di mascherine. Negli ospedali i posti in terapia intensiva rimangono sempre in numero insufficiente e nei trasporti non si è attuato nessun reale potenziamento; trasporti che rappresentano un sicuro veicolo di contagio. L’unica soluzione che viene proposta è la chiusura in casa, ovvero l’abbandono di ogni attività lavorativa e sociale che non si possa svolgere nelle quattro mura di casa. L’Italia mantiene un record negativo di morti e non si può non pensare che ciò sia dovuto alle inefficienze del sistema sanitario nazionale. Molti ne parlano bene, ma stranamente la mortalità è fra le più alte al mondo. A distanza di un anno vengono anche i dubbi sulla reale efficacia delle chiusure, stante l’elevata mortalità. In Francia e in Germania ci sono state delle chiusure, ma la mortalità è più bassa. Sarebbe da chiedersi quanto incida sulla mortalità l’efficienza del sistema sanitario piuttosto che le chiusure. Certo in piena emergenza il confinamento è il primo intervento attuabile che viene in mente, ma dopo un anno è possibile che nulla sia cambiato? Abbiamo circa 2,5 milioni di guariti, un numero equivalenti di vaccinati è possibile che non si possano prendere delle misure diverse? Perché non permettere a guariti e vaccinati una più ampia libertà di movimento? Perché non permettergli, per esempio, di andare in montagna o al cinema? In questo modo l’economia incomincerebbe a girare, lentamente, ma qualcosa si muoverebbe.

Una proposta del nuovo governo riguarda i dipendenti pubblici. I contratti di lavoro sono fermi da anni, ma era proprio questo il periodo per parlare di aumenti salariali? I dipendenti statali sono gli unici che non hanno subito nessun danno economico dalla pandemia e non hanno mai rischiato di perdere il posto di lavoro. Molti lavoratori privati hanno perso il lavoro o subito decurtazioni del reddito e si vanno aumentare gli stipendi statali? Ci sono i contratti scaduti da anni ed è giusto un adeguamento, ma perché parlarne proprio ora? Anche lo scivolo di 5 anni per anticipare la pensione agli statali sembra un premio fuori luogo in questo momento. Arriveranno i soldi dall’Europa, ma in gran parte si tratta di prestiti che andranno restituiti, non sarebbe meglio utilizzarli diversamente? Poi da un lato si è approvato la legge Fornero che alza l’età pensionabile e il numero di anni di contribuzione necessari per andare in pensione e dall’altro lato, prima si approva quota 100 e ora lo scivolo per gli statali. Non si potrebbe mettere la parola fine al cantiere del sistema pensionistico e tranquillizzare gli italiani che ormai con tutte queste riforme non sanno più se vedranno una pensione?

Un’ultima considerazione la rivolgiamo al CTS, il Comitato Tecnico Scientifico, che da organo di consulenza è di fatto diventato più importante del Consiglio dei Ministri. Le decisioni spettano ai politici che possono avvalersi di tecnici per consulenze, ma non possono essere quest’ultimi a prendere le decisioni. In un momento in cui al governo c’erano politici di dubbie capacità è stato forse inevitabile che un organo consultivo esondasse dai suoi compiti, ma ci aspetteremmo dal nuovo governo un riequilibrio dei ruoli e che il Consiglio dei Ministri tornasse alla pienezza dei suoi poteri.

Si spera che dopo un anno di continui attacchi alle libertà individuali si possa intravedere la fine di una vita ridotta a poco più di quella di un criceto in gabbia.

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