LOTTA AL COVID

Vaccini, tocca ai medici di famiglia (arrivate in extremis le indicazioni)

Solo ieri sera i dottori di base hanno ricevuto le disposizioni per le inoculazioni agli over 70 e ai soggetti vulnerabili. Ritardo che potrebbe rallentare o far slittare la partenza fissata per lunedì prossimo. Risolto il nodo della doppia firma

Il vaccino AstraZeneca si può utilizzare anche su ultraottantenni e pazienti fragili. Il Piemonte in questi casi utilizza i prodotti di Pfizer e Moderna, “ma, è opportuno sottolineare che non esistono evidenze di maggiori rischi nel somministrare il vaccino AstraZeneca anche ai soggetti fragili e quindi, tenuto conto dei rischi che corre un soggetto in caso di infezione da Covid, si ritiene opportuno non rimandare la vaccinazione somministrando il vaccino disponibile”. Questo è quanto scrive il Dirmei nel documento inviato ai medici di medicina generale in vista della partenza della vaccinazione agli over 70 e alle persone con patologie o disabilità che le portino ad essere considerate estremamente vulnerabili e ai caregiver.  

Lunedì si parte, dice la Regione ai medici di famiglia. Ieri sera, finalmente, ad appena due giorni dall’avvio della campagna vaccinale rivolta alle persone estremamente vulnerabili e agli over 70, gli oltre tremila camici bianchi sul territorio hanno finalmente ricevuto le attese indicazioni. È vero che si è in piena emergenza e si deve agire anche in tempi molto stretti, ma arrivare proprio a ridosso dell’avvio di una fase tanto importante quanto delicata, legittima a domandarsi se anziché imporre una corsa ai medici di famiglia, non si potesse accelerare laddove si decide. Qualcosa non sta funzionando come dovrebbe? A chiederselo non sono soltanto i sanitari interessati, ma anche la politica. “Le continue segnalazioni che stiamo ricevendo in questi giorni danno la misura del fenomeno”, osserva Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati in consiglio regionale che annuncia l’intenzione di chiedere in aula “se il sistema funzioni e quali siano le ragioni dei casi di mancata o ritardata comunicazione”.

Lo stesso segretario regionale della Fimmg, la principale sigla sindacale dei medici di medicina generale, Roberto Venesia, mette in conto la possibilità di uno slittamento della partenza fissata per lunedì. “Non mi stupirei, visto che ci sono ancora delle questioni da sciogliere ed è necessario dare ai colleghi indicazioni chiare”. Saranno ritenute tali quelle contenute nel vademecum ricevuto ieri sera dai medici? Ancora nell’ultimo incontro dei sindacati con i dirigenti dell’assessorato e del Dirmei dell’altro ieri erano rimasti in sospeso alcune aspetti essenziali per avviare l’immunizzazione delle persone con patologie o disabilità. La Fimmg aveva segnalato un errore della Regione nell’elencare le aree di patologia e non le patologie, “ampliando la platea e provocando decine e decine di telefonate da parte dei nostri pazienti”, ma c’è dell’altro ancora da chiarire. “Ogni medico deve ricevere un elenco dei suoi assistiti estremamente vulnerabili da vaccinare, che poi dovrà valutare ulteriormente, e sarebbe opportuno che quelli che vengono compresi nella fascia tra i 70 e gli 80 anni venissero tolti dall’elenco degli over 70, altrimenti c’è il rischio di una doppia iscrizione. Sembrano particolari di poco conto, ma non lo sono affatto. E sono indicazioni – spiega Venesia – che devono essere comunicate con chiarezza ai medici”. Di questo non pare esservi traccia nella comunicazione inviata ieri sera.

Qui il vademecum inviato ai medici

Un aspetto importante riguarda le preadesioni che non saranno più ricevute direttamente dai medici, come per gli over 80, ma solo attraverso il sito www.ilPiemontetivaccina.it e anche in questo caso i medici stanno già ricevendo richieste dai loro assistiti, non tutti nelle condizioni di accedere a internet o di maneggiare uno smartphone. Difficoltà che potrebbero provocare ritardi nella richiesta di essere vaccinati. E una delle difficoltà che avrebbe potuto avere conseguenze pesanti sul ricorso ai medici di famiglia per la vaccinazione nei loro ambulatori e che aveva visto su posizioni differenti da Fimmg da altri sindacati tra cui lo Smi, riguardava la doppia firma sul consenso informato, ovvero oltre a quella del medico anche quella di un collega o di un infermiere. Dal vademecum inviato dal Dirmei questo ostacolo pare superato visto che “la presenza di personale infermieristico e/o più medici per seduta vaccinale, anche per favorire l’ottimale somministrazione del consenso e svolgere l’attività vaccinale per più persone” viene considerata raccomandata e ottimale, ma non requisito essenziale. Per le inoculazioni negli studi dei medici di base un aspetto importante riguarda le dosi di AstraZeneca che saranno prenotate nelle farmacie, come è avvenuto per il vaccino antinfluenzale, “ma la differenza in questo caso – spiega Venesia – sta nel fatto che i flaconi sono per dieci dosi e si devono utilizzare in un lasso di tempo ristretto una volta aperti, quindi fondamentale è la programmazione”.

Intanto, la crescente pressioni sugli ospedali per il costante aumento dei ricoveri, con alcuni ospedali che stanno “richiamando” infermieri in servizio nei centri vaccinali, il problema del personale si fa ancora più pesante. La discesa in campo dei medici di famiglia dovrebbe alleggerirlo, almeno in parte. Bisognerà aspettare almeno una settimana per vedere i numeri. Quelli dei camici bianchi che prenderanno in mano la siringa, ancor più, quelli delle vaccinazioni che dovrebbero finalmente aumentare e arrivare alla soglia promessa delle 20mila al giorno. Ieri sono state 12.366.

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