LOTTA AL COVID

Caos AstraZeneca, Rinaudo nella bufera

L'ex pm ora responsabile della campagna di vaccinazione in Piemonte sul banco degli imputati. La sua decisione di sospendere e poi riprendere la somministrazione ha creato allarmismo, diffondendo sfiducia nei cittadini. E molti stanno disdicendo le prenotazioni

Una richiesta di sfratto immediato dalla plancia di comando della campagna vaccinale in Piemonte per l’ex magistrato Antonio Rinaudo. È quella che arriva dal sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed, alla fine di una giornata in cui prima il blocco di tutte le vaccinazioni con il farmaco di AstraZeneca, poi il ripiegamento della sospensione solo sul lotto cui apparteneva la fiala somministrata all’insegnante di Biella deceduto, hanno prodotto confusione tra gli operatori e allarme tra la popolazione. “Chiediamo che la gestione della campagna di vaccinazione venga immediatamente affidata a persone competenti in logistica, gestione e analisi dei dati, rimuovendo coloro che sono evidentemente incapaci di gestire questa difficile situazione” scrive in una nota la segretaria regionale del sindacato Chiara Rivetti

“Quello che è accaduto è di estrema gravità: diffondere messaggi fuorvianti , smentiti dopo due ore  rischia di compromettere la campagna vaccinale – sostiene l’Anaao-Assomed –. Diffonde diffidenza, paura e dubbi nella popolazione che he sta già disdicendo le prenotazioni per vaccinarsi con Astra Zeneca, persone che magari si infetteranno e magari non verranno ricoverate, pur avendone necessità, perché gli ospedali sono in crisi e a breve non riusciranno più a ricoverare tutti. in Piemonte diamo fiducia all'idrossiclorchina, che espone ignari pazienti a rischi inaccettabili, e compromettiamo la vaccinazione che ha sicura efficacia”. Dal sindacato anche la richiesta di conoscere la procedura seguita per disporre la sospensione della vaccinazione: “prima di sospendere la somministrazione del vaccino l’Unità di Crisi doveva confrontarsi con il ministero della salute, con l’Aifa, con l’Ema o con il responsabile nazionale della campagna vaccinazione. È stato fatto?”. Quale è stato il processo seguito, pur nella rapidità e nella finalità di una “estrema prudenza” come spiegato dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, per disporre la sospensione che in altri casi analoghi è stata assunta dall’Aifa?

Resta la pesante accusa della rappresentanza dei camici bianchi nei confronti di chi è stato incaricato dalla giunta di Alberto Cirio della gestione e del coordinamento della campagna vaccinale. Dal ruolo iniziale di responsabile giuridico dell’Unità di Crisi – ruolo che certamente s’attaglia per conoscenza ed esperienza professionale – l’ex pm è passato a governare un’operazione in cui s’intersecano aspetti organizzativi e logistici con quelli sanitari, non proprio peculiari alla formazione giuridica e alla lunga carriera in magistratura. Inoltre, per quanto riguarda la vicenda di ieri Rinaudo avrebbe sconfinatop dai perimetri delle proprie competenze. Dal ministero della Salute la decisione è stata giudicata affrettata e fuori luogo, adottata senza il dovuto coordinamento: “La Regione ha combinato un grande pasticcio, muovendosi in modo scomposto e facendo un danno enorme alla campagna vaccinale”, affermano dall’entourage del ministro Roberto Speranza. Un “colpo di testa”, una iniziativa presa sull’onda dell’emotività, non suffragata da riscontri scientifici e, soprattutto, assunta senza interpellare preventivamente l’Aifa e quei livelli istituzionali cui spettano decisioni di tale portata.

Decisionista (a detta di alcuni, troppo), poco o per nulla diplomatico, Rinaudo non più tardi di un mese fa era stato protagonista di un duro confronto con lo stesso assessore Icardi. “Io non sono uno che potete trattare come l’ultimo dei vostri impiegati”, si era lamentato l’ex pm con il governatore che lo aveva chiamato nella task force dell’emergenza fin dall’inizio. “Non accetto che una persona che si trova a fare l’assessore mi dica che lo scavalco e che non gli importa se l’ho fatto d’intesa con il presidente”, la dura reazione dopo un duro scambio di opinioni con l’inquilino di corso Regina, pronto a ricevere e accettare senza indugio le sue dimissioni, su una decisione proprio in merito alle categorie da vaccinare. 

La questione sarebbe poi stata ricomposta proprio grazie a Cirio. Il quale ora dovrà rispondere alla richiesta del principale sindacato dei medici. Il presidente deciderà di confermare l’incarico all’ex magistrato, oppure seguendo l’esempio di Mario Draghi che ha sostituito Domenico Arcuri con il generale Francesco Paolo Figliuolo – decisione peraltro da lui apertamente apprezzata – cambierà il comando della campagna vaccinale?  

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