EMERGENZA ECONOMICA

Niente tasse per due anni

Dopo l'anno nero un biennio fiscale bianco. È quanto chiede l'Ascom Confcommercio di Torino per risollevare l'economia di prossimità: negozi, bar, ristoranti, insomma quelli che più di tutti sono stati colpiti dalle restrizioni anti Covid

Due anni senza tasse. È quello che chiede l’Ascom di Torino per tutte le imprese del commercio e del turismo, le più colpite dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. Una moratoria “senza vincoli di fatturato che neutralizzi l’imposizione fiscale nazionale e locale, per dare respiro agli operatori e per consentire di affrontare il rigore che ancora viene chiesto alle imprese dei nostri settori” è la proposta di Maria Luisa Coppa, numero uno di Ascom Confcommercio di Torino. La richiesta è contenuta nel “Manifesto per l’Economia di prossimità del territorio torinese” che contiene i dati di una crisi che rischia di essere irreversibile.

Dal 9 marzo dello scorso anno, data di entrata in vigore del primo lockdown sono passati 389 giorni nei quali le imprese del commercio, della somministrazione e del turismo hanno potuto tenere aperte le proprie attività per soli 150 giorni. Per ulteriori 50 giorni le attività hanno dovuto chiudere alle 18 con evidente contrazione dei ricavi. Mentre sono stati ben 189 i giorni di chiusura totale, con la sola esclusione dei servizi essenziali (settore alimentare, farmacie). I punti venditadi abbigliamento e comunque tutti i negozi ritenuti “non essenziali” negli ultimi 13 mesi hanno dovuto tenere chiuso per più di sei mesi. Alcune attività, come gli alberghi, non sono stati obbligati a chiudere, ma non hanno potuto lavorare e con l’ultimo decreto legge,al prossimo 30 aprile, raggiungeremo 218 giorni di chiusura su 418.

Nell’anno appena trascorso i consumi sono calati del 9% per un valore totale di 7,8 miliardi. Per alberghi e pubblici esercizi la riduzione del fatturato varia tra il 31% del terzo trimestre al 70% dei primi sei mesi dell’anno. “In compenso – si legge sul Manifesto – il commercio elettronico delle grandi piattaforme triplica i fatturati con fiscalità al 3% mentre il commercio paga quasi il 60%”. E i ristori messi in campo dal Governo spesso sono solo una goccia nell’oceano.

Ci sono attività come le agenzie di viaggio che hanno perso quasi la totalità del proprio fatturato, l’abbigliamento ha già dovuto rinunciare a tre collezioni – primavera-estate l’anno scorso, autunno-inverno a ottobre con l’arrivo della seconda ondata, e ora alla nuova primavera-estate. “Per ridare speranza e fiducia alle imprese – conclude Coppa – il governo deve dire che per 18-24 mesi non si pagano le tasse”.

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