ECONOMIA DOMESTICA

La metà dei Comuni paga in ritardo

La legge impone il limite di 30 giorni per il saldo delle fatture ma le pubbliche amministrazioni piemontesi faticano a rispettarla. Felici (Confartigianato): "Abbiamo anche noi problemi di liquidità, non siamo il loro bancomat"

Quanto è dura lavorare per la pubblica amministrazione. Non solo i bandi, le procedure pubbliche, i chili di scartoffie da compilare per ogni lavoro eseguito o da eseguire, anche recuperare i compensi talvolta si trasforma in un’odissea. Nei primi tre trimestri del 2020, a fronte di un importo totale di 1,6 miliardi di fatture ricevute, i Comuni piemontesi hanno pagato 1,3 miliardi, mediamente in 40 giorni: un dato superiore alla media nazionale (36 giorni), ma soprattutto ben oltre il limite di 30 giorni fissato nel 2013 recependo la direttiva comunitaria sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.

È al di fuori dei limiti di legge il 55,1 per cento dei Comuni piemontesi (651), che incidono sull’importo complessivo pagato dai municipi per il 58,1% che in termini assoluti equivale a 748 milioni di euro. Solo due province su otto rientrano nei limiti di legge: si tratta di Vercelli e Novara i cui Comuni pagano in media in 26 giorni. Di poco fuori Cuneo (31 giorni). Male, invece, le province di Alessandria (57 giorni) e di Asti (56). Nel mezzo troviamo i Comuni della provincia di Torino, 43 giorni, di Biella, 35 giorni, e del Vco, 33 giorni. Torino è tra i municipi che faticano di più a rispettare i tempi dei pagamenti, pur essendo stati molti i passi in avanti negli ultimi dieci anni. Nel 2020 il tempo medio per saldare le fatture è stato di 58 giorni, quasi il doppio il limite imposto per legge.

A certificarlo è l’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Piemonte su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze. “I ritardi sono di particolarmente gravità – commenta il presidente Giorgio Felici – in quanto ci troviamo nel pieno della crisi da pandemia che ha portato il 32,3% delle imprese piemontesi in crisi di liquidità. Vedere come la maggioranza delle amministrazioni piemontesi non rispetti il diritto delle imprese ad essere pagate in tempi certi, è come recitare, per loro, il De profundis. Le imprese non possono essere trattate come bancomat, auspichiamo che le amministrazioni locali rientrino nei termini di legge e onorino i propri debiti”.

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