LOTTA AL COVID

Arrivati 126mila vaccini Pfizer, ma gli over 70 vanno a rilento

Può andare avanti senza intoppi la campagna per gli ultraottantenni. Preoccupa, invece, la lentezza con cui i medici di famiglia stanno procedendo con la fascia d'età 70-79. E AstraZeneca resta in buona parte nei magazzini

I vaccini ci sono. A dispetto dei timori dei giorni scorsi anche oggi, puntualmente come all’inizio di tutte le settimane, il Piemonte avrà la sue fiale di Pfizer. In queste ore sono state consegnate 126.360 dosi del siero americano; il 13 aprile ne arriveranno ulteriori 125.190, il 21 aprile ne verranno recapitate altre 109.980 per finire il 28 con l’ultima fornitura da 108.810. Una buona notizia che dovrebbe consentire di procedere in modo spedito con la vaccinazione degli over 80. Fino a oggi il Piemonte ha somministrato la prima dose al 71% degli ultraottantenni, mentre il 43% ha completato il ciclo vaccinale. Alberto Cirio ha l'obiettivo di inoculare almeno la prima dose a tutti gli over 80 entro la metà di questo mese: i vaccini per raggiungerlo ci sono. La prossima settimana, il 14 aprile, verranno inoltre consegnate 11.500 dosi di AstraZeneca, mentre “non ci sono ancora notizie delle dosi di Moderna e Johnson&Johnson” fa sapere il commissario in Piemonte Antonio Rinaudo.

Ciò che invece prosegue a rilento è la campagna vaccinale degli over 70 per la quale sono scesi in campo i medici di famiglia. Non tutti. Anzi solo la metà di essi. Sono 920, a oggi, i medici di base che hanno accettato di somministrare il vaccino nei propri studi su un totale di 3.200. Altri 800 hanno dato la disponibilità a operare nei centri vaccinali. Degli altri 1.500 non ci sono notizie. In questa prima settimana le somministrazioni alla fascia d’età tra i 70 e i 79 anni hanno oscillato tra le 1.122 del primo giorno e le 3.761 di ieri, giorno di Pasquetta. In totale, fino a ieri, erano 20mila, una media di 2.800 al giorno: circa un quarto dei vaccini che vengono inoculati quotidianamente agli over 80, che, fanno notare dalla Regione, hanno un livello di priorità più alto. Nelle ultime 24 ore c'è stato un piccolo passo in avanti: delle 18.762 persone vaccinate 4.363 sono ultrasettantenni (ma solo 688 quelli vaccinati dai propri medici di famiglia). Complessivamente, in otto giorni, la Regione ha vaccinato poco più del 10 per cento dei 236mila over 70 che hanno fatto richiesta. Un ritmo che consentirebbe di effettuare la prima dose a tutti non prima di tre mesi.

Certo, c’è ancora una reticenza della popolazione a sottoporsi a un siero che è percepito come meno sicuro degli altri (nonostante il nuovo nome, Vaxzevria), ma non basta per spiegare questo avvio al rallentatore. E infatti le giacenze nei magazzini fotografano una situazione che è ancora in “fase di rodaggio”. Mentre ogni settimana le scorte di Pfizer (legate alla campagna degli ultraottantenni) arrivano regolarmente a esaurimento, nei magazzini ci sono 149mila dosi di AstraZeneca, il vaccino utilizzato per gli over 70 (il 47% delle 282mila dosi consegnate). E forse è per questo che, nonostante tutti gli sforzi, il Piemonte non è ancora riuscito a raggiungere quota 20mila somministrazioni giornaliere, cifra solo sfiorata in un paio di occasioni nei giorni scorsi.

Intanto, in attesa dell’arrivo del generale Francesco Paolo Figliuolo, a capo della struttura commissariale per l’emergenza Covid, previsto tra il 15 e il 16 aprile, in Piemonte è tutto pronto per avviare la campagna di preadesione per la fascia di età tra i 60 e i 69 anni, che partirà giovedì. Sono oltre 900 i volontari che hanno accettato di entrare a far parte dell’esercito di vaccinatori, aderendo al bando di reclutamento “Il Piemonte ha bisogno di te” (tra i quali 398 medici, 165 infermieri, 24 Oss, 49 odontoiatri, 271 altre figure). Circa 80, invece, le strutture private che si sono rese disponibili a diventare punti vaccinali, sommandosi ai 140 già esistenti in Piemonte.

Per la categoria 60-69 anni verrà attivata anche la “panchina”, ovvero una lista di persone disponibili a recarsi nell’arco di un'ora presso il punto vaccinale di competenza della propria Asl, nel caso si verificasse una rimanenza di vaccini a fine giornata (dovuta ad eventuali rinunce o inidoneità). Per i sessantenni sarà possibile apporre una spunta su una apposita casella per indicare la propria disponibilità a una reperibilità last minute. La panchina si abbinerà ai meccanismi di overbooking e chiamate anticipate sulle prenotazioni già fissate per i giorni successivi e sarà sperimentata con i sessantenni quando partiranno le somministrazioni per la loro categoria (una fascia che, rispetto agli over 80 e agli over 70, ha una maggiore facilità a rendersi disponibile a spostamenti logistici immediati).

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