VERSO IL VOTO

Pd-M5s, alleanza a Cavallo (Perin): manifesto dell'intesa giallorossa

Promosso da lady Salizzoni e sottoscritto da un manipolo di soliti noti, il documento è mascherato da appello per utilizzare al meglio i soldi del Recovery Fund. Ma il vero obiettivo è invitare i dem a fare la pace con i grillini e presentarsi insieme alle urne. Poi la retromarcia

Un manifesto politico sotto le (mentite) spoglie di un appello per impiegare al meglio le risorse in arrivo dal Recovery Fund. L’estremo tentativo della gauche torinese (ed eporediese) per convincere Movimento 5 stelle e Partito democratico all’embrassons-nous in vista delle prossime elezioni amministrative. Tre paginette in cui si auspica una collaborazione tra Comune di Torino e Città Metropolitana per rilanciare il capoluogo piemontese e i centri dell’hinterland a partire dall’utilizzo virtuoso dei fondi europei: “Su questi aspetti i cittadini valuteranno quanto i partiti che si collocano nell’area del centro sinistra avranno saputo cooperare superando le barriere e le contrapposizioni che si sono create in questi anni in particolare tra il Pd e i 5 Stelle” si legge nella lettera.

La prima firmataria è Maria Cavallo Perin, ex dirigente della Regione, figlia del partigiano Giorgio, sindaco di Ivrea negli anni Sessanta, sorella di Roberto e Paolo, entrambi docenti universitari, ma soprattutto consorte del re dei trapianti Mauro Salizzoni, oggi vicepresidente di Palazzo Lascaris, per qualche tempo candidato quasi a sua insaputa a sindaco di Torino, salvo poi gettare la spugna alle prime schermaglie. Tra le firme in calce uno spaccato di quel milieu intellettuale e politico che un tempo si sarebbe collocato tra gli “indipendenti di sinistra”, le famose mosche cocchiere di togliattiana memoria: dall’economista Mario Rey, già presidente dell’Ires e sindaco di Ivrea, al costituzionalista Mario Dogliani, a lungo al vertice dell’Istituto Gramsci, dalla studiosa del sindacato Dora Marucco all’ex padre padrone del Csi Renzo Rovaris, da Giovanni Ferrero, figura di primo piano delle giunte rosse nostrane, alla dirigente della Cgil Vanna Lorenzoni, da Piero Marcenaro, già parlamentare, sindacalista della Fiom e segretario regionale Ds, al calciatore Massimo Mauro, folgorato da Walter Veltroni e per questo premiato con un seggio alla Camera e successivamente con uno scranno in Sala Rossa, all’ex parlamentare Gian Giacomo Migone. A fianco di cotanti intellos pure qualche vecchia lenza della politica casalinga che ha già fatto il salto della quaglia, dal Pd al Movimento 5 stelle, come l’ex assessore Roberto Tricarico, braccio destro al Campidoglio del sindaco Ignazio Marino: passato dalle urne elettorali a quelle cinerarie dopo essere stato nominato dalla sindaca pentastellata a capo della società che gestisce i cimiteri torinesi.

Ma appena reso pubblico il documento anziché incrementare le firme ha iniziato ad accumulare distinguo e prese di distanza. È il caso di Paolo Verri, manager della cultura che, sentito dallo Spiffero precisa: “Ho sottoscritto un appello a favore della collaborazione a livello istituzionale per realizzare progetti di rilancio e intercettare fondi europei, non certo un appello politico-elettorale affinché Pd e Cinquestelle vadano insieme alle elezioni”. Ammette di aver “sottovalutato la portata” dell’iniziativa lo stesso Ferrero, così come per Mauro Zangola, a lungo capo del settore Studi dell’Unione Industriale, la priorità è il contenuto e non certo le formule politiche.

Ma il diavolo, si sa, è nascosto nei dettagli e così la frase “incriminata” compare solo alla fine dell'elenco di piani e progetti: “La sindaca Appendino – è la chiosa del documento – che ha dichiarato la sua volontà di favorire la formazione di una coalizione alternativa al centro destra, deve prendersi la grande responsabilità di condurre questa impresa senza tentennare e con grande capacità di mediare, superando gli ostacoli che si sono frapposti in questi anni. Al Partito democratico la responsabilità di superare la voglia di rivincita sui 5 stelle, favorendo una composizione virtuosa degli interessi della comunità torinese e dei cittadini della Città metropolitana”.

Leggi l'appello

L’eco suscitata dall’iniziativa e le rimostranze di coloro che hanno sottoscritto il documento dopo una lettura veloce hanno poi costretto i promotori a siglare una repentina retromarcia: “È nostro intendimento sollecitare una riflessione urgente sul Recovery Fund riferito al Comune di Torino e alla Città metropolitana, assolutamente non intendiamo entrare nel merito delle alleanze per la competizione elettorale”, scrivono in una nota Cavallo Perin Migone, Scollo, Terna e Tricarico, cercando senza riuscirci in modo convincente di recuperare lo scivolone rimediato. Non è sfuggito a nessuno, infatti, che le considerazioni in vero un tantino banali espresse sull’uso dei fondi europei, non erano che la cornice del vero obiettivo: quello di sostenere la necessità dell’intesa tra Pd e M5s.

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