SACRO & PROFANO

I vescovi "scomunicano" la Lega: nessun azzardo sulla ludopatia

Caritas, Pastorale della salute e del sociale difendono la legge della Regione Piemonte. Per la Chiesa occorre proteggere le fasce più deboli e maggiormente esposte ai danni della pandemia. "Riconvertire attività economiche e gli occupati"

È un “buon modello legislativo” quello in vigore in Piemonte contro la ludopatia, perché “capace di sostenere e proteggere i soggetti più facilmente esposti all’inganno dell'azzardo”. Lo sostengono la Caritas, e i due organismi della Conferenza episcopale piemontese, la Pastorale della Salute e quella Sociale e del Lavoro, secondo cui “azioni di freno al processo attivato – si legge in una nota congiunta – potrebbero avere ricadute poco opportune in mesi in cui saremo chiamati a grandi sforzi di innovazione e di coesione”. L’appello arriva nei giorni in cui il Consiglio regionale è impegnato nella discussione di proposte di legge sul delicato tema del gioco di azzardo patologico ed è una sorta di scomunica all’operato della Lega, partito che praticamente isolato ha proposto la revisione della normativa.

“In situazioni di forte crisi del comparto economico, ma anche di grandi opportunità di rilancio, riteniamo utile – aggiungono i tre organismi della Chiesa piemontese – concentrarsi congiuntamente sulla protezione delle fasce a rischio e sulla promozione di forme alternative di lavoro che possano assorbire gli operatori del comparto convertendone gli obiettivi economici senza metterli in contrasto con quelli etici e sociali. La nostra Regione ha alle spalle un tempo di sperimentazione di strumenti strategici ed operativi che, sia i dati sia i risultati, ci consegnano come interessante e generativo”.

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