No Tav "ferita da lacrimogeno". Polizia: "Falso" 

Non si placano le tensioni in Val di Susa, con il movimento No Tav che negli ultimi giorni è tornato a farsi sentire a San Didero, in prossimità del cantiere del nuovo autoporto. Stanotte gli ennesimi disordini, con un centinaio di manifestanti che hanno raggiunto il parcheggio antistante il cantiere, lanciando per circa un'ora sassi e bombe carta verso gli agenti di polizia ed esplodendo fuochi d'artificio. "Le forze dell'ordine hanno lanciato lacrimogeni e utilizzato mezzi idranti per mantenere a distanza i facinorosi che si sono barricati lungo la recinzione della linea ferroviaria, bloccando la circolazione del traffico per circa un'ora. Nessun contatto diretto tra manifestanti e reparti inquadrati", ha spiegato in una nota la questura. Durante i disordini ad avere la peggio è stata un'attivista, rimasta gravemente ferita al volto. La donna si chiama Giovanna Saraceno e, da quanto si apprende, sarebbe una esponente dello spazio antagonista Newroz di Pisa, da anni in prima linea nella lotta al Tav in Val di Susa. Su quanto avvenuto in valle esistono due versioni dei fatti: la prima, sostenuta dal movimento No Tav, imputa il ferimento a un lacrimogeno "lanciato ad altezza uomo dai poliziotti". Al contrario, per la questura il "trauma da corpo contundente" non sarebbe stato provocato da un lacrimogeno, che a distanza di 30-40 metri si sfaldano in dischi di sostanza polverosa di pochi millimetri, che si incendiano e fanno fumo. 

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