Tav: Questura, impossibile ferite attivista per lacrimogeno

"E' impossibile" che le ferite riportate dall'attivista No Tav a San Didero siano state provocate dal getto di un lacrimogeno. E' quanto ribadiscono fonti della Questura di Torino. "Gli operatori delle forze dell'ordine - spiegano - stazionavano dietro una recensione alta 4 metri e un lancio orizzontale non è proprio possibile. Il tipo di lacrimogeni utilizzato ha una gittata massima di 40 metri con tiro a parabola e si limita a disperdere 5 piccoli dischi che producono il gas". Oggetti - proseguono le fonti della Questura torinese "che non sono in grado di provocare tutte quelle microfratture, rimangono incandescenti per alcuni minuti e se ci fosse un contatto con la pelle lascerebbe ustioni: cosa che non risulta dai referti del pronto soccorso". Una delle domande che si pongono negli ambienti della polizia è il perché la donna risulta, da referto, giunta al pronto soccorso dell'ospedale di Rivoli alle 2.04, quando gli scontri sono terminati molto prima della mezzanotte. Sul ferimento sono stati avviati accertamenti da parte della polizia. Si procede d'ufficio in quanto "le lesioni hanno prognosi di 25 giorni e sono da considerare lievi". Poi il risultato degli accertamenti verrà comunicato all'autorità giudiziaria. Secondo la ricostruzione della Questura intorno alle 22.40 un gruppo formato da 150 attivisti, molti dei quali venuti da fuori Piemonte, sono partiti dal campeggio dei No Tav e, senza preavviso e senza slogan, hanno incominciato a lanciare sassi, bulloni e bombe carta verso le schiarimento delle forze dell'ordine.

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