COVID & LIBERTA'

Coprifuoco tra le polemiche, magari inutile però legittimo

Nonostante la contrarietà di Salvini e di molte Regioni Draghi ha confermato il divieto di uscire tra le 22 e le 5. L'efficacia nel contrastare la diffusione del Covid è assai dubbia ma, come spiega il giurista Cavino, è pienamente costituzionale

Le lancette dell’orologio di Mario Draghi restano ferme alle 22. Nonostante la richiesta di Matteo Salvini e la minaccia, poi attuata, di non votare il decreto e quella di molti governatori, compreso quello del Piemonte Alberto Cirio (ma anche dell’Emilia-Romagna, il piddino Stefano Bonaccini), di prolungare il coprifuoco fino alle 23 l’orario resterà anche da lunedì prossimo quello attualmente in vigore.

Una delle poche parole della pandemia non tradotta in inglese e che, anzi, affonda le radici in epoche buie e lontane, non è solo oggetto di confronto per quanto riguarda l’orario. Anche sulla sua reale effiacia nel contrastare la diffusione del contagio vi sono molti dubbi, pure alla luce dei pochi studi scientifici oggi a disposizione. Se l’obiettivo principale è quello di limitare gli spostamenti delle persone, fatta eccezione per quelli dovuti, per esempio, a motivi di necessità legati al lavoro o alla salute, persino il fissare un limite orario oltre al quale è vietato muoversi potrebbe incentivare le persone a incontrarsi di più nelle ore precedenti, anticipando per esempio una cena o un aperitivo e assembrandosi in privato. A ben vedere sembra più una sorta di monito alla popolazione per ricordare che i rischi legati al Covid sono ancora alti e che non va abbassata la guardia.

Sul coprifuoco e sul suo pesante effetto nella compressione delle libertà personali, si dibatte anche ponendo in dubbio la costituzionalità di un provvedimento che non venne applicato neppure nei momenti più difficili e critici della storia della Repubblica, quando peraltro furono emanate leggi eccezionali. 

Professor Cavino, esiste veramente il rischio di incostituzionalità, come sostenuto da alcuni e non pochi, di questa limitazione imposta alla possibilità di circolare dopo una data ora?       
“Siamo esattamente nell’ambito della libertà di circolazione, quindi se le misure vengono adottate con una legge la nostra Costituzione, in determinate circostanze, lo consente. L’articolo 16 è molto chiaro: ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”.

Massimo Cavino, costituzionalista, ordinario di Diritto Pubblico all’Università del Piemonte Orientale è autore di numerose pubblicazioni, l’ultima di cui è coautore ha come titolo Un’imprevista emergenza nazionale. L’Italia di fronte al Covid19.

Qual è la garanzia più evidente della costituzionalità di questo provvedimento?
“Come dicevo, le circostanze in cui la limitazione della libertà di circolazione sia nello spazio, quindi tra alcuni territori, sia nel tempo, come nel caso del coprifuoco, sono estremamente definite e limitate dalla Costituzione. Inoltre, è fondamentale che la misura sia legislativa, per cui direi che da questo punto di vista il Governo adotta un provvedimento del tutto nell’ambito della costituzionalità”.

Se invece di un decreto fosse stato uno dei tanti Dpcm cui ci aveva abituato l’ex premier Giuseppe Conte? 
“I Dpcm sono di fatto ordinanze. Queste libertà costituzionali sono garantite da una riserva di legge assoluta, in particolare per la libertà di circolazione siamo di fronte a una riserva di legge rinforzata, perché definisce la limitazione per motivi di sanità o sicurezza. Dubbi rispetto ai Dpcm devo dire ne ho avuti in più occasioni, adesso non ne ho. Quelli erano sicuramente illegittimi. Adesso che la misura è stabilita da un atto con forza di legge non c’è incostituzionalità”.

Però non sono pochi coloro che sostengono che il coprifuoco leda la libertà personale. Perché non è così?
“Ci sono state anche delle pronunce di alcuni giudici che hanno definito il coprifuoco una misura relativa alla libertà personale. Non è così, perché siamo nell’ambito della libertà di circolazione che come tale può essere limitata con legge quando si tratta di tutelare la sanità pubblica. 

Anche sotto questo aspetto è notevole il cambiamento del Governo Draghi rispetto a quello Conte?
“Tornando ai Dpcm, è stato una strumento che ha dato maggiore visibilità al premier. Il decreto legge è un atto collegiale che non solo deve essere approvato dalle Camere, ma deve essere emanato dal Presidente della Repubblica, per cui c’è un maggior controllo. Recuperare le forme costituzionali, come sta facendo il Governo, è senz’altro una garanzia per i cittadini”.

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