LOTTA AL COVID

Vaccini, Piemonte allo stress test

Giovedì la Regione farà viaggiare a pieni giri la macchina delle somministrazioni: obiettivo 40mila al giorno. Ancora 30mila over 80 in attesa: a rilento l'immunizzazione per i non trasportabili a Torino

“Com’è giusto che il vaccino sia volontario per le persone comuni, ritengo altrettanto giusto sia obbligatorio per chi svolge professioni di carattere sanitario a contatto quotidiano con le persone più fragili e più deboli”. Alberto Cirio, torna a pochi giorni dalla manifestazione dei sanitari che si oppongono alla vaccinazione su un tema che lo stesso governatore sottolinea sia “delicato”, ma sul quale si esprime con nettezza. E proprio i dati sulle vaccinazioni del personale sanitario, aggiornati a ieri, confermano come tutti i 188mila operatori sanitari che hanno aderito alla campagna vaccinale abbiano ricevuto la prima dose e solo 18mila siano ancora in attesa del richiamo.

Lo stesso report attesta che nelle Rsa, i luoghi dove nelle prima ondata si è consumata una strage, la totalità dei 35mila ospiti che si sono resi disponibili alla vaccinazione hanno vista somministrata la prima dose e 29mila anche la seconda. E chissà se esiste anche un antidoto per l'affezione da annuncite di Cirio il quale una settimana fa assicurava che il Piemonte aveva completato la vaccinazione per gli ultraottantenni (almeno per quanto riguarda la prima dose) ma in realtà proprio così non è: i numeri sono in linea con quelli nazionali, per carità, ma resta il fatto che su 350mila  che hanno aderito 322mila sono i vaccinati con la prima dose (di cui 23mila nelle Rsa) e 232 mila con la seconda (20mila nelle Rsa). Il mancato completamento dell’annunciata tabella di marcia sarebbe dovuto soprattutto al fatto che i 30mila over 80 restanti, per la maggior parte dei casi, sono non trasportabili residenti sul territorio di Torino e verranno vaccinati a domicilio entro il mese di maggio o persone che hanno aderito alla vaccinazione solo di recente. Per quanto riguarda i disabili gravi ed estremamente vulnerabili: su 185mila che hanno aderito ne sono stati vaccinati 153mila con la prima dose e 6.500 hanno ricevuto anche il richiamo. 

Nell’ambito dei caregiver e conviventi di disabili gravi ed estremamente vulnerabili a fronte di 58mila adesioni le prime dosi somministrate sono 21. Passando alla fascia di età tra i 70 e i 79 anni in cui hanno aderito in 290mila, le somministrazioni della prima dose sono a ieri 178mila nelle quali sono comprese circa 5mila per ospiti nelle Rsa, quasi tutti già immunizzati anche con il richiamo. Mancano ancora circa 17mila tra docenti e personale non docente all’appello per la prima dose ricevuta ad oggi da circa 75.500 persone, mentre per le forze armate su 22mila adesioni sono state fatte 20mila prime dosi. Infine per quanto riguarda gli over 60 le 21mila dosi fatte su 230mila adesioni sono un numero basso, ma dovuto al fatto che questa fascia di età incomincia a ricevere il vaccino solo quando il medico di famiglia o i centro vaccinali di una determinata area hanno completato la fascia anagrafica successiva.

Arrivate ieri le dosi attese di Moderna (16.600) e AstraZeneca (9.400), domani approderanno in Piemonte anche le 155mila di Pfizer oltre un contingente extra di AstraZeneca contenente ulteriori 10mila dosi. Questa è la situazione in attesa dello "stress test" di giovedì 29, quando la Regione proverà a far salire al massimo i giri della sua macchina vaccinale per raggiungere le 40mila dosi giornaliere, secondo il nuovo target assegnato dal generale Francesco Paolo Figliuolo. “Il Piemonte sta facendo il massimo – dice Cirio – e credo quindi giusto che tutti facciano altrettanto per permetterci di raggiungere i 40mila vaccini al giorno, obiettivo assolutamente alla nostra portata”.

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