CAPITALISMO MUNICIPALE

Iren, alta tensione sul nuovo ad

Il sindaco di Genova Bucci vorrebbe Armani alla guida dell'azienda, ma è lo stesso manager che Toninelli liquidò quand'era all'Anas dopo la tragedia del ponte Morandi. Appendino fa le barricate, l'uscente Bianco impone una successione "ordinata"

Alta tensione tra Torino e Genova sul nome di Gianni Vittorio Armani come possibile futuro amministratore delegato di Iren. Per il sindaco della Lanterna Marco Bucci, primo azionista pubblico della multiutility, l’operazione dovrebbe essere già a buon punto ma nelle ultime ore la collega Chiara Appendino si è messa di traverso e così ora si rischia l’impasse mentre l’attuale numero uno Massimiliano Bianco dovrebbe chiudere il suo rapporto con l’azienda entro il 31 maggio. Cos’è successo?

I rapporti tra i soci del patto di sindacato hanno iniziato a incrinarsi quando Luigi Ferraris, ex ad di Terna considerato tra i migliori manager italiani in circolazione, ha iniziato a prendere tempo, facendo slittare una designazione che sembrava scontata. La sua ambizione di essere indicato alla guida di Ferrovie dello Stato nell’imminente infornata di nomine del Governo lo ha portato a non accettare subito la proposta di Bucci, indispettendo quanto basta il bizzoso sindaco di Genova, che infatti si è subito rivolto altrove. Di qui la decisione di chiudere la porta a Ferraris e intensificare il pressing su quella che all’inizio era considerata la seconda scelta, Armani appunto; attuale direttore strategy del gruppo A2a e con un passato prima in McKinsey e poi, con ruoli apicali, in Terna e Anas.

A2a è la prima multiutility del Nord e a lungo si è parlato di un’ipotesi di fusione con Iren che per ora è stata accantonata. Ma dietro alla sua nomina non ci sarebbero strategie riguardo imminenti aggregazioni e anche le resistenze di Appendino poco avrebbero a che fare con l’attuale incarico di Armani. Piuttosto, ha ricordato la sindaca nei suoi ultimi colloqui con Genova e anche con Reggio Emilia (che guida il patto dei Comuni emiliani) Armani è colui che il ministro pentastellato Danilo Toninelli aveva spinto alle dimissioni all’indomani della tragedia del ponte Morandi. Allora era a capo di Anas e fu tra le prime teste a rotolare. Ora quella di Armani sarebbe una nomina troppo difficile per lei da digerire. Certo, è vero anche che la prima cittadina ha dimostrato in questi anni di avere uno stomaco forte, come s’è visto nella partita per la successione di Francesco Profumo in Compagnia di San Paolo: un boccone amaro ma che alla fine è riuscita a mandare giù.

Intanto Bianco, che ha dato la disponibilità a lasciare prima della scadenza del contratto nel 2022, ha chiesto, però, una successione ordinata: dopotutto Iren è società quotata in borsa e non può permettersi di rimanere acefala o peggio diventare vittima di un logorante tira e molla tra i soci.

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