POLITICA & SANITÀ

Quattro anni di bilanci in rosso,
i revisori denunciano l'Asl To4

Relazione del Collegio sindacale alla Corte dei Conti sulle perdite dal 2017 al 2020. Una bella tegola sulla testa del commissario Vercellino, proprio ora che siamo in tempi di nomine - DOCUMENTO

“Il bilancio risulta difforme rispetto ai principi della legge regionale”. È quanto denunciano i revisori dell’Asl To4 alla Procura regionale della Corte dei Conti in un documento inviato appena giovedì scorso alla magistratura contabile in cui, oltre a prendere in esame la gestione dell’azienda sanitaria a partire dal 2018, il collegio sindacale, composto da Marinella Lombardi, Gianfranco Gallinotti e Marco Meloro, segnala una situazione grave rispetto al bilancio preventivo per l’anno in corso. E non c’entra la pandemia, come si sottolinea nella relazione in cui il collegio boccia il bilancio di previsione, sottolineando come l’azianda “ha il sacrosanto dovere di attuazione del funzionamento dell’ente sulla base delle risorse a disposizione o, nella peggiore delle ipotesi, comunque autorizzate dalla Regione”. Qui si parla di quattro bilanci in perdita con tanto di parere negativo dei revisori e una situazione finanziaria che pare fuori controllo. Il rosso acclarato nelle carte contabili è stato di 3.229.876 euro nel 2017, 18.895.742 nel 2018 e infine 24 milioni nei due anni successivi.

Insomma, una bocciatura pesante per il commissario Luigi Vercellino, subentrato nell'agosto scorso, ma anche per chi lo ha preceduto, quel Lorenzo Ardissone costretto alle dimissioni dopo la sollevazione dei sindaci contro la sua gestione finanziaria dell'azienda sanitaria. Ora, però, a rispondere di questo disastro contabile sarà Vercellino, dopo un tutt’altro che invidiabile ultimo posto nella graduatoria della medicina territoriale e dell’organizzazione dei servizi domiciliari Covid. Non ci sono solo le perdite accumulate negli anni e le scarse, se non nulle, misure assunte per ridurle, a pesare sulla testa di Vercellino ci sono anche ritardi nell'impiego dei circa 8 milioni di euro per interventi legati all’emergenza sanitaria in corso, con un piano che a oggi sarebbe limitato a un avvio di lavori a Ivrea, lasciando al palo Chivasso e Ciriè. Mancati investimenti che avrebbero come ripercussioni anche la mancanza di adeguamento alle nuove misure disposte in seguito alla pandemia per le strutture ospedaliere, come i percorsi protetti per alcuni reparti. 

La relazione dei revisori inviata alla Corte dei Conti

Se i problemi sui bilanci attraversano la vecchia e l’attuale direzione generale dell’Asl canavesana, questo non giova affatto in termini di risultati attesi all’ex direttore amministrativo dell’Asl di Alessandria (dove, anche lì, il collegio dei revisori nell’estate del 2019, direttore generale Antonio Brambilla, bocciò per la prima volta il bilancio preventivo), inviato alla To4 anche grazie alle buone sponde di una parte della Lega che ha sponsorizzato il manager da sempre posizionato nell’area cattolica del centrosinistra, fin da quando era nel consiglio direttivo dell’ente Parco del Gran Paradiso per nomina regionale, per poi approdare alla sanità, a quanto risulta grazie anche ai buoni rapporti con il Pd e l’allora assessore alla sanità Antonio Saitta. Il passaggio dal centrosinistra alla Lega è valso a Vercellino il sostegno nel Canavese del parlamentare Alessandro Giglio Vigna e nell’Alessandrino, dove pare sia destinato a tornare quale direttore dell’Asl, della parlamentare tortonese Rossana Boldi. Sponde pesanti quelle conquistate dal cinquantunenne sul cui operato accerterà la Corte dei Conti. Tanto pesanti, forse, da mettere in secondo piano nella decisione per la sua promozione a direttore generale con ritorno in terra mandrogna, anche alcune decisioni che incrociano l’attuale incarico con quello precedente. 

Quando lo scorso anno la pandemia, nella sua prima ondata, mise fuori uso il commissario dell’Asl Alessandria Valter Galante e anche l’allora direttore sanitario Paola Costanzo, lasciando le redini aziendali a Vercellino, ad eserceitare le funzioni de facto di direttore sanitario venne chiamato Clemente Ponzetti, direttore sanitario della struttura privata Città di Alessandria del Gruppo Policlinico di Monza. Un incarico che fece drizzare le antenne al collegio sindacale dell’azienda sanitaria, avvertendo il vertice pro tempore della più che sospetta legittimità di quella decisione. L’incarico di Ponzetti termina e non succede nulla, ma passano solo un po’ di mesi e Vercellino, da poco insediato al vertice della To4 ha bisogno di un consulente per il servizio di Igiene e Sanità e chi chiama? Di nuovo Ponzetti.

I vertici del gruppo privato, che a Ivrea ha la Clinica Eporediese (dove nel frattempo è andato a lavorare l’ex direttore generale Ardissone e a cui il sistema sanitario si è appoggiato per le vaccinazioni) storcono il naso a questa soluzione che può essere foriera di problemi, cercano di convincere Ponzetti a rifiutare, ma alla fine le cose vanno come voluto da lui e da Vercellino. Il manager fino a non molto tempo fa vicino al Pd, ormai “adottato” dalla Lega (o meglio, da una parte dei capataz del partito in Piemonte), nei giorni scorsi ha incontrato il presidente della Regione. Che cosa si siano detti lui e Cirio, ovviamente, non è dato sapere. Così come non è dato sapere quanto le sue decisioni, alessandrine e canavesane, a favore del medico del Policlinico di Monza, così come i rilievi del collegio sindacale inviate alla Corte dei Conti e le non invidiabili performance sulla medicina territoriale, peseranno sulla sua nomina a direttore dell’Asl alessandrina. Fonti di corso Regina spiegano che nelle prossime ore si potrebbe decidere se affidare a Vercellino il governo dell'azienda territoriale mandrogna, tastando il polso politico e sanitario della provincia, oppure confermarlo alla To4. Come peraltro hanno chiesto decine di sindaci, con un accorato quanto improvviso appello.

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