LA CONTA

Primarie flop del centrosinistra,
vittoria mutilata per Lo Russo

Poco più di 10mila i votanti a Torino. Il capogruppo dem in Sala Rossa prevale per un pugno di voti e non va oltre il 37%. Sarà lui lo sfidante di Damilano. Alle sue spalle Tresso (35%), Lavolta (25%) e Boni (2%). Un brutto presagio per le elezioni di ottobre

Non c’è stato l’assalto ai gazebo né tantomeno il plebiscito per il vincitore. Non è bastato spalmare il voto su due giorni e neanche aprire alla partecipazione online: gli elettori alle primarie di Torino sono complessivamente 11.631e il favorito della vigilia Stefano Lo Russo riesce a prevalere ma senza raggiungere neanche il 40 per cento. I quartieri del centro premiano il suo principale sfidante, il civico Francesco Tresso, appoggiato dalla sinistra radicale di Marco Grimaldi; in periferia risale Enzo Lavolta – l’altro candidato del Pd sostenuto anche dai Verdi e Articolo 1 e pure da una frangia del Movimento 5 stelle dopo l'endorsement del viceministro dell'Economia Laura Castelli – sostanzialmente irrilevante il radicale Igor Boni. Nel dettaglio Lo Russo ha ottenuto 4.229 voti (37%), Tresso 3.932 (35%), Lavolta 2.864 (25%), Boni 257 (2%). 

Un risultato che suona decisamente più forte di un mero campanello d’allarme e che fotografa il disimpegno di un elettorato rimasto indifferente di fronte a questo appuntamento. Un atteggiamento per certi versi comprensibile nei confronti in particolare di un partito, il Pd, che per un lustro si è caratterizzata per l’opposizione a Chiara Appendino e al Movimento 5 stelle salvo poi sacrificare questa impostazione sull’altare di un improbabile fronte progressista giallo-rosso. Lo stesso Pd che si è presentato a questo appuntamento con due linee politiche opposte: Lo Russo fieramente contro ogni tipo di inciucio, Lavolta pronto a un’alleanza che la base fatica a digerire. La reazione è stata la diserzione. Un partito schizofrenico, soprattutto a livello nazionale, che prima tenta d’imporre l’intesa, poi fa retromarcia. Così le primarie sono diventate uno strumento per risolvere un nodo politico che politicamente andava risolto: mettici la poca notorietà dei quattro candidati in campo e il disimpegno di alcuni componenti storici della coalizione (leggi i Moderati) ed ecco che gli elettori hanno preferito il mare ai seggi.

E nella diserzione complessiva della base di centrosinistra emerge un'affluenza ai minimi in particolare in quella periferia Nord in cui il centrosinistra ormai quasi non esiste più. Madonna di Campagna, Vallette, Falchera sono i quartieri in cui Lega e Fratelli d'Italia minacciano di fare incetta di voti e questo risultato non fa che avvalorare la preoccupazione di chi vede quella zona come off limits per il centrosinistra. 

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