LOTTA AL COVID

"Pfizer anche ai medici di famiglia"

I camici bianchi contestano la scelta della Regione: "Non ci sono motivi per cui non possiamo fare quel che si fa in farmacia". Limitando la somministrazione ad AstraZeneca il ruolo dei sanitari sul territorio subisce un forte ridimensionamento

“Perché i farmacisti possono vaccinare con Pfizer e noi medici di famiglia no?”. La domanda rivolta a chi in Regione stabilisce regole e coordina la campagna vaccinale “non ha ancora avuto una risposta chiara e convincente”, spiega Gian Massimo Gioria, vicesegretario regionale dello Smi, il sindacato dei medici italiani.

Se non è guerra tra camici bianchi, poco ci manca. A complicare una vicenda su cui qualche segnale di tensione si era percepito sono arrivate le nuove disposizioni che limitano la somministrazione di AstraZeneca alla fascia dai 60 agli 80 anni che, fortunatamente, va riducendosi mentre salgono spesso, anche in maniera notevole, le richieste di immunizzazione nei più giovani.

Così, quello che era stato annunciato come un esercito determinante per la campagna vaccinale diffusa, ovvero i medici di base, se già era partito a ranghi ridotti rispetto alle previsioni, adesso rischia di avere le armi spuntate. “Ai tanti nostri pazienti che ci chiedono se li possiamo vaccinare dobbiamo rispondere di no, perché ormai alla stragrande maggioranza di essi deve essere somministrato Pfizer o Moderna, ma non AstraZeneca o Johnson&Johnson, gli unici che sono concessi a noi medici di medicina generale”.

I camici bianchi del territorio hanno chiesto di rivedere le regole, “ma fino ad ora nulla è cambiato. Intanto questi vaccini a mRna possono essere tranquillamenti fatti in farmacia. – osserva polemicamente Gioria – Siamo al paradosso: chi conosce bene i suoi pazienti non può vaccinarli, ma loro possono farlo in farmacia”. E per il sindacato non regge neppure la motivazione che ricondurrebbe il divieto alla necessità di rispettare la catena del freddo di cui molto si era parlato agli inizi per Pfizer, salvo rivedere in senso assai meno restrittivo e complicato i parametri legati alla temperatura e al tempo di conservazione così come al trasporto. 

“Nelle farmacie ci sono frigoriferi così come li abbiamo nei nostri ambulatori. Ma c’è ancora un altro aspetto che rende assurdo l’impedimento per noi medici a usare Pfizer: così come andiamo a prelevare in farmacia Astrazeneca poco prima di procedere alle vaccinazioni, lo stesso può avvenire con l’altro prodotto senza alcuna conseguenza. Qual è la differenza? Qualcuno sarebbe ora che lo spiegasse in maniera convincente, se ci riesce”.

Gioria ricorda come anche negli hub vaccinali delle Asl le dosi di Pfizer vengano conservate in frigoriferi da 2 a otto gradi, “quindi perché si continua a vietare a noi medici di famiglia questo prodotto, consentendo invece ai farmacisti di somministrarlo? Ho partecipato ad almeno quattro riunioni dove erano presenti anche le altre sigle sindacali, tutte unite nel chiedere di poter vaccinare con Pfizer, ma dalla Regione hanno accampato mille scuse, continuando a tergiversare. Con i farmacisti, invece, hanno fatto tutto molto rapidamente”. 

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