EDILIZIA SANITARIA

"Progetto inadeguato". I medici bocciano il Parco della Salute

Ordine professionale e sindacati scrivono a Regione Piemonte e Governo: "Ridiscutere l'intero piano". Quello attuale "non è all'altezza dei bisogni di salute dei cittadini". Tenere conto dell'esperienza della pandemia

Parco della Salute tutto (o quasi) da rifare. Almeno secondo i medici il cui Ordine professionale, insieme alle sigle sindacali di categoria, ha messo nero su bianco, in una lettera inviata alla Regione Piemonte, tutte le ragioni per le quali “il progetto attuale è del tutto inadeguato”.

Per i camici bianchi, che hanno fatto partecipi delle loro critiche e della richiesta di ridiscutere l’intero piano anche il ministero della Salute e quello dell’Economia, “non è certo da porre in discussione creazione di un polo della salute per l’alta complessità, che potrà mettere il Piemonte in concorrenza con altri poli di eccellenza, diminuendo la mobilità passiva e rappresentando un forte momento di riqualificazione e volano di ripresa per la Regione, oltre superare le attuali condizioni di criticità strutturale e impiantistica degli ospedali della Città della Salute e della Scienza di Torino”. La questione posta è, invece, su come sia stato fatto il progetto.

Alcuni dei pesanti rilievi non sono certo nuovi. È il caso dell’eccessiva riduzione del numero di posti letto dagli attuali 2.300 ai 1.040 ai quali si affiancherebbero i 400 dati dalla trasformazione del Cto in ospedale di primo livello, “già discutibile nel 2019, addirittura improponibile alla luce delle esperienze maturate nel corso della pandemia”.

Nel non breve elenco delle cose che non vanno, Ordine e sindacati inseriscono la duplicazione del personale sanitario di guardia nei reparti e la presenza di due pronto soccorso “in parte sovrapposti come competenze, a qualche centinaio di metri di distanza, con potenziali conflitti sul livello di cure adeguato e frequenti necessità di trasferimento dei pazienti dall’uno all’altro”. 

Poi viene evidenziata “la limitata possibilità di espansione della struttura, se nuove tecnologie o eventuali emergenze sanitarie, come quella appena avvenuta, lo richiedessero”. Criticità, per i medici, anche sul fronte del sito 3che vedrebbe la costruzione su terreni pesantemente contaminati da inquinanti”, anche se va detto che proprio la bonifica è una delle questioni cruciali che è in fase di definizione e avvio. La scelta del luogo presenta, come evidenziato nella lettera, “un impatto ambientale per i residenti, in termini di traffico veicolare e di rumore, che non è stato valutato”.

Osservazioni che paiono mettere in discussione anche la stessa scelta dell’area su cui edificare il polo ospedaliero. La regione ha programmato tra agosto e il febbraio del prossimo anno la predisposizione dei progetti definitivi – scrivono l’Ordine e i sindacati (Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo Fesmed) – la predisposizione del progetti definitivi che verranno consegnati a marzo 2022.  Ci auguriamo un nuovo progetto che non preveda suddivisioni in presidi distaccati, frammentazione dei poli didattici, duplicati di Pronto Soccorso né tagli dei posti letto e che si presenti come un vero ed unico “Parco della Salute, modulabile ed ampliabile, in un’area adeguata sia alle necessità assistenziali, sia alla didattica che alla ricerca”.

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