Forte di Fenestrelle, finale assurdo

“Amici del Forte di Fenestrelle”. Oggi alcuni dirigenti dello Stato individuano con questa denominazione coloro a cui tempo addietro assegnarono una fortezza in rovina, coloro che dopo 33 anni di lavoro riconsegnano oggi un bene culturale.

In realtà gli “Amici del Forte” sono i soci volontari dell’Associazione Progetto San Carlo Onlus-Forte di Fenestrelle. Certamente gli associati si riconoscono anche nella denominazione generica “Amici del Forte”, ma evidenziano con soddisfazione un dato di fatto: chiunque abbia avuto modo di osservare l’opera ultra trentennale svolta nella fortezza non ha avuto difficoltà a memorizzare il logo e la denominazione dell’associazione no-profit che ha realizzato gli interventi anno dopo anno.

La vecchia fortezza sabauda, semisconosciuta dagli anni ’50, per molti decenni è stata la rappresentazione della devastazione seguita all’abbandono, vittima di furia barbarica dove regnavano sovrane l'incuria e la desolazione. Il Forte offriva solo un paesaggio spettrale carico di insidie, e il suo destino era tristemente segnato.

L'Intendenza di Finanza nel 1981 affidava in modo coercitivo la fortezza al Comune di Fenestrelle tramite un semplice verbale di consegna che definiva l’atto medesimo “provvisorio”. Qualche anno dopo, all’incirca nel 1985, furono organizzati dalla Soprintendenza un primo cantiere e una piccola mostra a latere, ma nel giro di pochi mesi tornarono implacabili l'oblio e il saccheggio. Solamente nel 1990 il Comitato Progetto San Carlo, gruppo di appassionati nato in seno della Proloco di Fenestrelle, riuscì a immaginare un cambiamento di rotta che per il Forte si tradusse nella rinascita dalle sue ceneri.

La gestione della più grande fortezza d’Europa è stata formalizzata nel 2002 con il rilascio della concessione “diretta”, per meriti, in capo ai volontari dell’associazione culturale fenestrellese. L’atto di concessone testimonia come all’epoca l’Agenzia del Demanio ritenesse prioritario salvare il bene architettonico ridando anche dignità ai suoi 293 anni di storia.

Il volontariato ha fatto tantissimo. E' riuscito a rispristinare i sentieri e metterli in sicurezza, ha rifatto i ponti, i muretti; ha convogliato fondi pubblici (circa 11 milioni di euro) consentendo l'apertura di numerosi importanti cantieri. I volontari inoltre hanno organizzato eventi nonché visite sin dal 1989, portando in fortezza decine e decine di migliaia di persone. I proventi degli ingressi hanno consentito la realizzazione di molte opere manutentive organizzate direttamente dall’Associazione (per circa un milione di euro), garantendo inoltre qualche posto di lavoro. Sinergie che hanno trasformato il Forte in un bene storico culturale di grande interesse turistico per l’intera valle.

Uno Stato lungimirante, allo scadere della concessione, avrebbe immediatamente confermato l’affidamento della gigantesca piazzaforte all’Associazione Progetto San Carlo, con il suo modello gestionale a costo zero per le Istituzioni pubbliche. E’ stato deciso invece di procedere con lo sfratto esecutivo, come per sbarazzarsi di inquilini morosi e particolarmente imbarazzanti. Gli ultimi atti del Demanio sono davvero incomprensibili agli occhi dell’Associazione e purtroppo i loro effetti si sono già manifestati: impossibilità di ospitare spettacoli nel Forte San Carlo e mancato proseguimento dei cantieri di salvaguardia del Forte Valli. A nulla sono valse le tante lettere inviate alle istituzioni regionali e demaniali con lo scopo di ricevere chiarimenti sul futuro del complesso militare sabaudo, poiché non è mai giunta risposta alcuna.

La proroga rilasciata all’Associazione, in seguito alla scadenza della concessione, ha infatti termine il 31 dicembre prossimo, ma l’atto amministrativo precisa anche che il “sodalizio” con i volontari sia da intendersi risolto una volta pubblicato il bando per l’affidamento della fortezza, cosa che potrebbe verificarsi in qualsiasi momento. L’estrema precarietà generata dalla situazione in atto ha quindi comportato la paralisi delle attività di carattere straordinario all’interno del monumento (scelta etichettata dall’amministrazione locale con il termine “ripicca”) e l’arresto di qualsiasi progettazione orientata al futuro.

Lo Stato ha diritto di decidere il cambio di modello organizzativo, ma ha pure il dovere di impedire la chiusura della fortezza per qualche anno: rischio a cui nessuno pare abbia pensato, tanto meno valutando una soluzione al fine di scongiurare tale drammatica ipotesi. Inoltre il bando di assegnazione che alcuni enti valutano quale unica strada percorribile non è certo uno strumento accessibile per associazioni senza scopo di lucro, poiché richiede la disponibilità di considerevoli capitali.

Stupisce come la medesima classe politica che oggi invoca “un salto di qualità” non nutra dubbi su quanto poteva fare nei decenni scorsi. Sono pochi gli amministratori che negli anni si sono chiesti come sostenere un'associazione che non percepisce neppure un euro per la gestione (spesso molto faticosa) della gigantesca fortezza. Ora il Forte di Fenestrelle, definito “Il faro della Valle”, è a un passo dalla chiusura programmata per Settembre prossimo: la vigilia del benservito all’Associazione e ai suoi volontari. La fortezza si avvia verso una nuova stagione di degrado, durante la quale i milioni spesi verranno resi inutili da incuria, saccheggi e vandalismi vari.

Un finale davvero assurdo e quindi incomprensibile.

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