LOTTA AL COVID

Test salivari, finalmente si parte

Via libera del comitato tecnico scientifico. Già nelle prossime settimane verranno usati nei centri diurni per disabili. Ma l'uso massiccio è previsto nelle scuole, anche per gli under 16. Marnati: "Ne abbiamo pronti 60mila e ne acquisteremo molti altri"

Sembrava un progetto arenato nelle secche di differenti valutazioni scientifiche e dei dubbi sollevati da alcuni ambienti accademici. Invece per i tamponi salivari è finalmente arrivato il via libera del comitato tecnico scientifico regionale e se ne prevede un primo utilizzo giù nel giro di poche settimane nei centri per disabili, per poi passare a quella che potrebbe essere una campagna di test massiva nelle scuole alla loro riapertura.

“Oltre al parere del Cts – spiega l’assessore ai laboratori Covid Matteo Marnati – abbiamo anche già definito l’elenco dei centri dove si possono processare i campioni”. Già, perché i salivari non sono test rapidi, ma seguono la procedura dei tamponi molecolari e quindi necessitano di essere processati nei laboratori, come quello di Candiolo, quello dell’Arpa e altri ancora. I kit la Regione li ha da mesi, quando nel aveva acquistato circa 60mila, immaginando di utilizzarli già all’epoca, ma i tempi si erano allungati prima nell’attesa delle disposizioni del ministero e poi per quelle perplessità sollevate a livello regionale da alcuni esperti, oggi del tutto superate.

Il via libera ministeriale era arrivato a maggio insieme alle linee guida, ma si sarebbe dovuto aspettare ancora un mese per la decisione a livello regionale. Una decisione, quella dell’utilizzo dei salivari che soprattutto guardando al ritorno in classe a settembre era stata sollecitata dalle associazioni legate al mondo della scuola che all’epoca avevano sperato di poter vedere usati quei test già per gli esami di maturità e di terza media, come aveva spiegato Carola Messina del comitato Priorità alla Scuola. Lo stesso assessore all’Istruzione Elena Chiorino aveva rimarcato “la grande potenzialità data da test che possono essere fatti come una sorta di lecca-lecca anche ai bambini più piccoli proprio in ambito scolastico”.

“La scelta di avviare l’utilizzo dei salivari nei centri diurni per disabili è dovuta alla minor invasività dei test rispetto al tampone nasale, anche in un contesto in cui il possibile diffondersi della variante Delta e di altre richiede attenzione massima a partire dai soggetti più fragili, spiega Marnati. “Non neghiamo – prosegue l’assessore – che guardiamo a un uso massiccio di questo tipo di test nella popolazione scolastica, anche quella al di sotto dei 16 anni che non è compresa nella campagna vaccinale”. Il problema dei kit, così come quello dei reagenti non esiste, visto che oltre alla dotazione di 60mila test già acquistati la Regione ne comprerà altri e i reagenti – nota dolente nei primi mesi della pandemia – anche quelli non mancano. In più, c’è anche il fattore ecomomico: i salivari costano meno dei tamponi tradizionali.

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