Meloni tira la volata a Damilano:
"Con lui conquisteremo Torino"
07:00 Venerdì 09 Luglio 2021
La leader di FdI promuove il profilo civico del candidato: "La politica non ha abdicato, ma allargato la partecipazione". Il consiglio? "Pochi slogan e ascolto dei cittadini". Giudizio "positivo" sulla giunta Cirio anche "grazie all'apporto dei nostri assessori". Intervista allo Spiffero
"Noi competiamo per vincere non per partecipare”. Semmai ci fosse ancora qualcuno convinto dell’aleggiare dello spirito di De Coubertin sulla politica, Giorgia Meloni è, al solito, diretta e tranchant. È nel quartiere Aurora, “zona diventata il simbolo dell'abbandono da parte delle istituzioni, della sinistra prima, del Movimento 5 Stelle poi”, e mette sul tavolo il tema forte della sicurezza: “siamo qui con Paolo Damilano, candidato sindaco di Torino per il centrodestra, per dire basta, che a Torino non vogliamo più zone franche e i cittadini devono vivere in sicurezza”.
Prima ha incontrato gli operai dell'Embraco delusi e incazzati per l'annuncio, freddo e indiretto, del ministro leghista Giancarlo Giorgetti sulla chiusura di un'ipotesi di fusione per salvare i posti di lavoro. L’impressione è che il sorpasso nazionale sulla Lega corra anche su temi, come quello della sicurezza, che il governativo Matteo Salvini ha smussato un po’ nella loro ruvidezza, così come sulla posizione sempre più comoda di stare all'opposizione. Presenta il suo libro Io sono Giorgia, ma l’evento editoriale (di successo) fa rima con campagna elettorale.
Onorevole Meloni, mai prima d’ora il centrodestra ha avuto la concreta possibilità di vincere le elezioni comunali a Torino ed essere, addirittura dato avanti al centrosinistra nei sondaggi. Questo accade con una coalizione fortemente unita come non è mai accaduto in passato, ma anche con un candidato civico. Quest’ultima scelta, caduta su Paolo Damilano, era inevitabile per aumentare le chance di vittoria? E non la ritiene una sorta di abdicazione della politica?
“No, direi che non si tratta di abdicazione. Il centrodestra correrà unito in tutte le città che andranno al voto. E allargare alla società civile è una ricchezza e non un limite. Non ci sono nomi di serie B, noi badiamo alla sostanza e non alla forma, quando parliamo di avvocati, docenti, farmacisti e industriali, che siano televisivamente conosciuti mi interessa poco. Sicuramente un elemento molto positivo è che il centrodestra riesca ad essere così attrattivo per persone che chiaramente hanno una spiccata autorevolezza. Lavoriamo per vincere e Damilano a Torino è un candidato all’altezza del compito”.
In Piemonte, come in altre regioni, il suo partito continua ad attrarre eletti e dirigenti da Forza Italia e in qualche caso anche della Lega. È vero come dicono in molti che la sua è una campagna acquisti che si intensificherà con l’approssimarsi delle elezioni, prima le amministrative poi le politiche?
“Fratelli d’Italia non fa campagna acquisti. Sono felice se le nostre battaglie sono condivise da tanti. Il centrodestra, a differenza di altre coalizioni, sta insieme per scelta e non per convenienza politica come accade ad esempio a sinistra. E questo è l’elemento che conta più di qualsiasi altra cosa. Vinciamo queste amministrative e, appena agli italiani sarà data la possibilità di votare, saremo pronti a governare l’Italia”.
La giunta regionale è prossima al giro di boa di metà mandato, quale giudizio da sull’amministrazione guidata da Alberto Cirio?
“Certamente è un giudizio positivo, soprattutto nella gestione della pandemia. Fratelli d’Italia ha due assessori, Maurizio Marrone ed Elena Chiorino, con deleghe importanti come Lavoro, Formazione, Istruzione, Semplificazione. È stato fatto un ottimo lavoro sulla difesa della produzione industriale. Penso al fondo salva-imprese, che poi è stato ripreso dal governo. Una misura importante che ha bloccato l’attività predatoria degli stranieri sulle aziende italiane e che dall’altro ha scongiurato che la criminalità organizzata occupasse fette dell’economia reale”.
Berlusconi a Damilano ha suggerito di sorridere sempre, lei che consiglio gli dà?
“Damilano è un profilo autorevole e non ha bisogno dei miei consigli. Dopo Piero Fassino e Chiara Appendino, Torino merita un sindaco che sia in grado, con concretezza e pragmatismo, di risolvere i problemi. Mi basta un sindaco che non parli per slogan ma che ascolti le esigenze dei suoi cittadini e faccia sorridere i torinesi”.