CONTRIBUTI A PIOGGIA

Bonus Covid, furbetti o distratti. Migliaia di procedure irregolari

Dei 500 casi presi in esame da Finpiemonte meno di 80 hanno passato il vaglio. Violate le regole per l'utilizzo dei fondi a imprese, artigiani e commercianti. Su un campione del 10% sono oltre 200 le aziende che, intascati i soldi, hanno cessato l'attività

Sta spuntando parecchio malus sul Bonus Piemonte. O meglio, sul suo corretto utilizzo. Dei 525 beneficiari dell’aiuto economico della Regione presi a campione da Finpiemonte, che oltre all’erogazione ha tra i suoi compiti anche le verifiche, solo 79 sono risultati perfettamente in regola, per 51 sono state contestate spese non ammissibili il resto non ha fornito giustificazioni di spesa richieste, portando così a mettere in conto un’azione di revoca del contributo per oltre 300 imprese o attività individuali.

Un rispetto delle regole sull’utilizzo del finanziamento a fondo perduto fino a 2.500 euro, tema su cui più volte ha richiamato l’attenzione la Procura della Corte dei Conti, che in base alle prime risultanze delle verifiche avviate dalla finanziaria regionale sembra essere stato osservato davvero da parte di pochi. Un quadro per nulla edificante in cui si intrecciano prevedibili falle in un’iniziativa presa per arginare la pesantissima crisi prodotta dal lokdown dei primi mesi dello scorso anno e atteggiamenti diffusi da parte di non pochi imprenditori, artigiani e commercianti che pur essendo chiare le disposizioni per l’utilizzo di quel denaro, le avrebbero palesemente violate. 

Certo un po’ di confusione iniziale, nell’annunciare quell’helicopter money casalingo, da parte della Regione c’era stata inducendo a credere che di quei soldi ognuno avrebbe potuto fare l’uso preferito. Le ferree regole sulla concorrenza non avrebbero, tuttavia, potuto consentire l’erogazione di quelle somme, che messe insieme fanno circa 120 milioni, se non per investimenti e quindi per beni strumentali legati all’emergenza Covid: migliorie alle strutture, sanificazione dei locali e altre necessità prodotte dalla situazione emergenziale e dalla necessità di una ripresa. 

Un elenco chiaro, quello che ancora è pubblicato sul sito della Regione, ma che non è stato seguito da un numero molto elevato di beneficiari, tanto da portare Finpiemonte a rimarcare questa situazione preoccupante in un rapporto che dovrà arrivare a breve sul tavolo del governatore Alberto Cirio e degli assessori alle Attività Produttive, Andrea Tronzano e a quello al Commercio, Vittoria Poggio.

Non ci sono solo, nel campione rappresentativo del 10% dei beneficiari, gli oltre 300 che non hanno fornito le risposte richieste. C’è innanzitutto oltre la metà del campione stesso, formato da 1.300 soggetti, che non ha proprio risposto alle richieste di Finpiemonte. In questi numeri ce n’è uno, 295, che riguarda le imprese che hanno cessato la loro attività nei cinque mesi successivi all’erogazione del bonus senza aver giustificato l’impiego del finanziamento. Non sarebbero poi così rari i casi di imprese inattive, attivate per ricevere il bonus e poi la ci attività è subito nuovamente cessata.

Chi ha incominciato a fare le verifiche già dalla fine dello scorso anno e continua a farle con quasi 4mila casi ancora da vagliare, non nasconde una prospettiva decisamente negativa trasponendo i dati del campione sul totale degli oltre 60mila bonus assegnati. Si ipotizza di dover revocare migliaia e migliaia di contributi, ma non ci si nasconde le difficoltà di poter recuperare quelle somme anche mettendo in conto procedure forzose.

All’inizio dell’anno, si erano notate le prime irregolarità, anche se era difficilmente immaginare che i numeri arrivassero a quelli riscontrati nei mesi a venire. Ancora prima la magistratura contabile aveva richiamato la necessità di “effettuare puntuali controlli circa l’utilizzo dei bonus accordati ai vari soggetti, riservandosi le opportune verifiche in fase di parificazione del rendiconto dell’esercizio 2020”. Basta un click, era stato lo slogan per lanciare il Bonus nell’ambito del piano Riparti Piemonte, rimarcando la semplicità e la rapidità della procedura. Adesso si scopre che ad aver preso troppo alla lettera quella frase, senza rispettare le regole che pure c’erano, non sono stati in pochi.

print_icon