FINANZA & POTERI

Crc, tre ipotesi per il dopo Genta

Le condizioni di salute dell'attuale presidente accelerano i tempi per la successione al vertice della potente fondazione cuneese. Il nodo della modifica dello statuto e le ambizioni di Dardanello. La transizione al vice Raviola, ma si muovono Rostagno e Borgna

La questione è delicata, ancor prima che complicata. È, ormai, dalla primavera scorsa che il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, il sessantaquattrenne Giandomenico Genta colpito da una forma particolarmente grave di Covid che ne richiede tuttora il ricovero in ospedale, è costretto a non poter esercitare il suo ruolo. L’apprensione per le sue condizioni di salute non esime, tuttavia, il mondo politico e finanziario della Granda dal porre il tema della sostituzione, superando la fase di vicariato affidata al vicepresidente Ezio Raviola e riportando l’ente a una governance completa e operativamente non condizionata da una situazione che all’inizio si prevedeva e si auspicava di breve periodo.

Questione delicata si diceva e ben lo si comprende, ma anche complicata da una serie di procedure e ostacoli che in questi giorni si stanno valutando. Lo statuto della Fondazione, per esempio, non prevede la decadenza del presidente a causa di gravi impedimenti e questo è un problema procedurale, cui se ne aggiunge un altro nel caso si arrivi a decretare la revoca dell’incarico. In questa eventualità l’intenzione del board della Fondazione e degli enti che la partecipano è quella di non intaccare, con l’eventuale sostituzione di Genta, le altre cariche che il presidente riveste.

Al momento si sta ragionando su alcune ipotesi. Una riguarderebbe proprio la modifica dello statuto con l’inserimento del caso di grave impedimento e le decisioni conseguenti dopo un determinato periodo o in casi particolari e definiti. Questa possibile linea di azione sarebbe sostenuta da chi, vorrebbe cogliere l’occasione per modificare anche un’altra norma, quella che l’allora presidente Silvio Falco aveva inserito ponendo un limite di età per ricoprire quella carica. Tra i non disinteressati fautori di questa modifica ci sarebbe Ferruccio Dardanello, per 27 anni presidente della Camera di Commercio di Cuneo e a lungo al vertice di Unioncamere Piemonte. Sempre in questo ipotetico scenario si inserisce un ulteriore elemento, ovvero la regola non scritta che assegna a rotazione la presidenza a un cuneese, a un monregalese e a un albese. Se i restanti poco più di due anni del mandato di Genta venissero portati a termine non più da un vicario, ma da un eletto, l’ex dominus per quasi un trentennio della Camera di Commercio parrebbe suggerire un rappresentante del territorio Monregalese, magari proprio sé stesso.

A muoversi, stando ai rumors che circolano sia pur sottovoce e con il rispetto dovuto per la situazione di salute di Genta, sarebbe anche l’ex sindaco di Cuneo Elio Rostagno, così come circola il nome dell’attuale primo cittadino Federico Borgna, anche se per lui c’è ancora un anno da passare alla guida del Comune e una decisione per il vertice della Fondazione non dovrebbe protrarsi molto a lungo. Non è affatto detto, però, che ad assumere l’incarico precluso a Genta non sia colui che ne sta svolgendo le funzioni dallo scorso aprile. Un’altra ipotesi, che trova anch’essa più di un sostenitore, riguarda proprio un passaggio delle consegne all’attuale vicario, Raviola, peraltro monregalese (e quindi assolvendo alla citata turnazione), per il completamento del mandato. Se così dovesse andare, tra due anni la presidenza andrebbe a una figura espressa dall’Albese, schema che certo non spiacerebbe al governatore Alberto Cirio

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