Inchiesta università: Di Perri "sereno, non c'entro nulla"

"Io non c'entro nulla e ci ho messo un po' a capire di cosa si trattava". L'infettivologo dell'ospedale Amedeo di Savoia di Torino, Giovanni Di Perri, raggiunto telefonicamente dell'Ansa, commenta così la notizia che lo vede tra i professionisti indagati dalla Procura di Milano nell'ambito di un'inchiesta sui bandi pilotati all'Università. All'infettivologo viene contestato il reato di falso in atto pubblico in relazione a un concorso bandito dall'Università nel 2020 per un posto di professore di seconda fascia presso il dipartimento di Scienze mediche. "Si trattava di una valutazione non competitiva ed io ero sede ospitante e non ho fatto parte della commissione", spiega Di Perri. "Non ho ancora letto le carte - conclude Di Perri - ma sono sereno". Della commissione facevano parte i professori Massimo Galli di Milano, Massimo Andreoni dell'Università di Tor Vergata e Claudio Maria Mastroianni della Sapienza di Roma. Tutti indagati. Secondo gli inquirenti la commissione avrebbe "definito preliminarmente i criteri per l'attribuzione dei punteggi da assegnare agli elementi oggetto di valutazione procedendo "quindi alla valutazione del candidato e, sulla base di quanto indicato nei criteri, ha espresso un motivato giudizio e attribuito il punteggio". Secondo i magistrati il documento che attestava che l'elaborazione dei criteri e la valutazione del candidato (un ricercatore) fosse opera della commissione, in realtà "era stato predisposto dal solo Di Perri, mentre Gatti non aveva partecipato alla riunione". 

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