LA SACRA RUOTA

Mirafiori inchioda, mille addetti delle Meccaniche in cassa

Zero ore per tutto ottobre. Stop anche a Grugliasco per dieci giorni. Solo la 500 bev tiene in piedi lo stabilimento torinese di Stellantis. Uliano (Fim Cisl): "Completare gli investimenti del piano Fca con le Maserati Gc e Gt"

I mille dipendenti Stellantis delle Meccaniche di Mirafiori saranno in cassa integrazione a zero ore per tutto ottobre (e probabilmente anche nelle prime due settimane di novembre), mentre a Grugliasco è stata annunciata cassa integrazione per quasi due settimane: nei giorni 12,13, 14, 15, 18 ottobre e dal 25 al 29 del mese. Lo ha reso noto Davide Provenzano, segretario della Fim Cisl di Torino. “È indispensabile per il polo produttivo completare gli investimenti previsti nel vecchio piano Fca, con la partenza nei prossimi mesi della produzione delle due Maserati Gc e Gt e completando il processo di elettrificazione. Deve concretizzarsi il progetto Maserati rilanciando le vetture prodotte nel Polo Torinese” afferma Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim.

Per ora a trascinare i volumi e a garantire il lavoro è la 500 elettrica mentre in tutta Italia la crisi dei semiconduttori ha prodotto una frenata. Se si tiene conto anche dei veicoli commerciali, lungo tutto lo Stivale, fino a settembre, sono state prodotte 528.277 vetture, rispetto alle 462.404 del 2020 (anno in cui la pandemia impose lo stop delle linee). L’incremento è del 14,2%. Se invece i dati di produzione li rapportiamo al periodo pre Covid, e quindi al 2019, la situazione è negativa giacché due anni orsono furono 631.200 i veicoli prodotti (-16,3%). Per la prima volta sono negativi anche i veicoli commerciali, cosa mai successa negli ultimi 12 anni.

Nell’auto i semiconduttori stanno determinando blocchi produttivi in alcuni casi più gravi di quelli del lockdown. L’unico stabilimento che non ha subito fermate nell’ultimo trimestre è il polo produttivo torinese; in particolare la produzione della 500e, che non può fermarsi per i vincoli sulla Co2, per evitare le sanzioni. L’incremento di 43.513 vetture rispetto al 2020, compensa la perdita di 12.750 veicoli negli stabilimenti di Cassino, Pomigliano e Melfi. Nell’ultimo trimestre su circa 50 giorni potenziali di lavoro, solo il Polo Torinese e Maserati Modena non avevano ancora subito fermate.

Per quanto riguarda Torino, i volumi produttivi misurati nei primi nove mesi dell’anno sono pari a 54.289 unità rispetto alle 10.776 rilevate nel 2020. Il peso maggiore della crescita, come detto, è stato determinato dalla produzione della 500 bev che, partita a ottobre 2020, si è attestata, da gennaio a settembre di quest’anno, sulle 38.187 unità costituendo il 78% dei volumi complessivi. È molto probabile che si possa superare la soglia delle 60mila unità a fine anno. Qui i semiconduttori hanno impattato meno perché il gruppo deve produrre volumi nei veicoli full electric per evitare le sanzioni relative alle emissioni.

Continuano le difficoltà dei modelli Maserati. Le produzioni di Ghibli, Quattroporte e Levante, con circa 16.102 unità, hanno fatto meglio in termini di produzione delle circa 10.776 prodotte nel primo semestre del 2020, ma l’effetto è sempre dovuto in gran parte al blocco dello scorso anno. “Non è possibile dichiarare che Maserati rappresenterà la risposta del lusso del gruppo Stellantis e poi non mettere in atto una strategia di rilancio con investimenti concreti in tempi brevi, per riportare Torino ai volumi del 2017 di oltre 54mila Maserati” afferma Uliano, secondo cui “nella più ottimistica delle previsioni per il 2021, stimando le produzioni Maserati del Polo Torinese superiori al 2020, precisamente intorno alle 20mila unità, ci si attesterebbe comunque a -60% rispetto ai risultati raggiunti nel 2017. Sia la produzione del Levante sia quella di Ghibli e Quattroporte sono da tempo su un turno e per i prossimi mesi è probabile un ricorso all'uso di ammortizzatori sociali”.

print_icon