ALTA TENSIONE

Guerriglia contro il lockdown, la procura chiede 21 condanne

La richiesta dei pm di Torino per gli scontri di un anno fa. Il 26 ottobre un gruppo di facinorosi si diede appuntamento in piazza Castello per manifestare contro le chiusure del governo, ma la protesta degenerò e il centro finì a ferro e fuoco

Ventuno condanne, per un totale di 85 anni e 3 mesi di carcere, sono state chieste dalla pubblica accusa al processo per l'assalto ai negozi del centro storico verificatosi a Torino il 26 ottobre 2020 durante una manifestazione contro le politiche del governo in materia di emergenza Covid. I pubblici ministeri Paolo Scafi e Giuseppe Drammis hanno contestato il reato di devastazione.

Le condanne proposte dai due magistrati spaziano dai 6 anni e 9 mesi ai 3 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione. Il procedimento si sta celebrando con il rito abbreviato. Quella sera, durante un presidio di protesta in Piazza Castello, ci furono dei tafferugli. Molti dei presenti si dispersero per le vie del centro storico e diedero l'assalto ai negozi, sfondando le vetrine e impadronendosi della merce. Quasi tutti gli imputati sono giovani e giovanissimi che risiedono in quartieri periferici della città.

Tra gli arrestati nelle ore immediatamente successive ai fatti ci furono due cittadini egiziani e due italiani, per furto aggravato – ai negozi di Gucci e Louis Vitton – e resistenza aggravata Louis Vuitton. Altri arresti e denunce arrivarono in seguito dalla Digos. 

Il centro messo a ferro e fuoco, danni per decine di migliaia di euro, contusi e feriti anche tra le forze dell’ordine: questo fu il bilancio di una notte di ordinaria follia.  “Libertà libertà”, “Il coronavirus non esiste, svegliatevi”, furono gli slogan scanditi dai manifestanti prima che la protesta si trasformasse in violenza. Dal ritrovo sotto il Palazzo della Regione, sorvegliato da carabinieri e polizia, in piazza Castello, i manifestanti si sparpagliarono per tutto il centro. Le prime cariche di alleggerimento avvennero davanti a Palazzo Madama, poi all’imbocco di via Pietro Micca in risposta al lancio di bottiglie e bombe carta da parte dei dimostranti. Nella centralissima via Roma i manifestanti – teppisti di ogni risma, ultras di Toro e Juve, facinorosi che si infiltrano appena possono in ogni dimostrazione di piazza, esponenti dei centri sociali e antagonisti – hanno sfogato la loro furia contro i cestini dell’immondizia, tutti gettati a terra, e le vetrine di alcuni negozi della via dello shopping, come Gucci ed Hermes. Due boutique vennero prese d’assalto e saccheggiate. Danni furono provocati anche alle transenne di un cantiere edile in piazza Carignano e lungo via Po. I manifestanti, inoltre, accesero un fuoco nei pressi del Teatro Regio, incendiarono cassonetti, sfondarono portiere e vetri di auto, bruciarono monopattini, distrussero dehors, lanciarono razzi e bombe carta.

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