Caro amico ti scrivo

Pochi giorni ci separano dal nuovo anno, sarebbe quindi opportuno fare un bilancio di quanto è stato il 2021 e, al contempo, formulare buoni auspici per quello che sarà il 2022. Un’altra possibilità che recentemente ha iniziato a farsi largo nell’opinione pubblica è invece di fare finta di nulla, di ignorare bellamente la fine del vecchio calendario e l’inizio di quello nuovo, tutto da scoprire ma con molta cautela.

Alcuni credono che sia sufficiente distogliere lo sguardo da una minaccia che si profila all’orizzonte per evitarla, non guardare per non essere visti a propria volta da un pericolo vicino. Allo stesso modo i medesimi ritengono basti non salutare il 2022 per potersi assicurare un futuro più clemente rispetto all’anno passato: un atto scaramantico la cui efficacia non è purtroppo certa.

Pensando a quest’anno in corso è forse bene non generalizzare la sua cattiva influenza sulle vicende umane, poiché i 365 giorni pronti a essere archiviati non sono stati ostili alla fortuna di tutte le persone. L’esperto analista di una banca di investimenti ha fatto riferimento all’industria farmaceutica attualmente in auge, maggiormente citata dai media, rilasciando una dichiarazione (riportata dall’autorevole Financial Times) che conferma come il 2021 non sia stato universalmente negativo. Le parole dell’autorevole analista finanziario non lasciano adito a dubbi: “Una fortuna di questo tipo si presenta una volta ogni cento anni”.

I trentasei miliardi fatturati dall’azienda in questione confermano come la sfortuna dei più possa diventare la fortuna di pochi, così come dimostra l’impennata natalizia di richieste di forniture indirizzate ai produttori di tamponi antigienici, utili a rilevare il contagio da Sars-Cov-2. L’incremento repentino di domanda da parte dei consumatori in certi casi ha fatto lievitare il loro prezzo di circa il 300%.

Il virus è il grande imputato a cui si addossano le sventure dell’anno vecchio, ma in realtà altri eventi hanno contribuito in maniera determinante a non farcelo rimpiangere. Torino ad esempio nel mese di dicembre è stata testimone dell’ennesimo grande incendio che ha inquinato, nonché oscurato, i suoi cieli, e di un drammatico incidente sul lavoro dove hanno perso la vita tre operai edili.

Guardando alla politica, e alle sue scelte di quest’ultimo anno, possiamo annotare un’ulteriore spinta verso la privatizzazione dei servizi pubblici a partire dalla Sanità, compresa la delicatissima gestione delle ambulanze, e per finire agli ultimi tentativi di porre sul mercato l’acqua. Elogio incessante alla libera concorrenza che non tiene assolutamente conto della moltitudine di aziende che hanno lasciato a casa i dipendenti per delocalizzare gli stabilimenti, scegliendo luoghi laddove la manodopera costa meno e si risparmia sulle tasse. Il privato quindi ha un legittimo riferimento che ne guida la rotta, una Stella Polare chiamata “Profitto”.

In sintesi, questi ultimi due anni sono stati precorritori di cambiamenti epocali, ossia di importanti modifiche nel tessuto sociale e culturale: le stesse modifiche che solitamente si registrano in seguito a potenti sconvolgimenti. Sono mutate le abitudini collettive, sono variati profondamente i riferimenti etici nonché le priorità della popolazione. La classe politica ha in gran parte accantonato le ideologie da cui è sorta per dedicarsi a una visione sempre più personalistica della vita pubblica. Telelavoro, chiusura di uffici e contrasto al decentramento amministrativo, a svantaggio della partecipazione dei cittadini alle scelte degli esecutivi locali, sono esempi di una politica che nell’epoca del virus tende ancor più ad assumere tutte le decisioni con abbondante uso di decreti d’urgenza.

Il fenomeno di trasformazione della democrazia in qualcosa di non ben definito è globale, ad eccezione di qualche lama di luce che di tanto in tanto filtra nei periodi più bui riconsegnando alle comunità un briciolo di speranza. Il voto in Cile, dove gli elettori hanno insediato la Sinistra (a quanto pare quella vera) al governo del Paese, conferma la controtendenza latinoamericana all’omologazione dei sistemi di rappresentanza costruiti intorno al leader neoliberista del modello statunitense: una rottura del pensiero unico al servizio dei grandi manovratori dell’economia finanziaria.

Ignorare il nuovo anno alle porte, per evitare che ci veda e consegni sciagure, è inutile. Al contrario, comprendere finalmente che l’umanità è artefice del proprio destino, nonché di quello del pianeta Terra, può essere un primo passo per augurare l’avvio di una serie di anni davvero sereni. Quindi, felice 2022 a tutti noi.

print_icon