LOTTA AL COVID

L'ultima stretta sui No Vax.
Cirio: "Buon compromesso"

Il governatore promuove la linea del Governo: serve incidere sulla fascia più renitente al vaccino. Green Pass indispensabile ovunque. Le Regioni chiedono tamponi solo per chi ha sintomi, "così si recupera personale per ospedali e hub vaccinali"

“Convincere è meglio di costringere”. Poi se l’opera di convincimento si attua con sistemi piuttosto decisi, se non in alcuni casi ferrei, come quelli stabiliti ieri dal Consiglio dei ministri l’apprezzamento di Alberto Cirio per la linea assunta a Palazzo Chigi, se possibile, aumenta ancora. Alla guida di una regione che purtroppo ben conosce la renitenza al vaccino che si manifesta in maniera maggiore proprio nella fascia dai 50 ai 70 anni, il governatore accoglie “con soddisfazione la scelta di non andare verso un obbligo vaccinale generalizzato, privilegiando invece un’imposizione selettiva che va a colpire la fascia di età più esposte e in cui ci sono le maggiori defezioni dalla campagna di immunizzazione”. La stessa, va aggiunto, che presenta anche il maggior numero di ricoveri, per la stragrande parte di non vaccinati. 

Proprio la necessità di porre per tempo un argine alle ospedalizzazioni – in Piemonte ieri erano 1.460 i ricoverati per Covid con un incremento di 49 rispetto al giorno prima e 112 quelli in terapia intensiva cresciuti di 5 in ventiquattr’ore – ha portato il Governo alla stretta sui non vaccinati che passa per diversi provvedimenti tra cui l’obbligo di Super Green Pass per gli over 50 è il più eclatante, ma appunto non il solo. Aumentano di molto le circostanze e i luoghi in cui sarà indispensabile il Green Pass. Novità anche sul fronte della scuola e sul ritorno della possibilità di applicare lo smart working.

Il decreto approvato all’unanimità dopo le forti tensioni con la Lega è stato motivato, in una breve dichiarazione, dal premier Mario Draghi con la volontà “di frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo. Interveniamo – ha aggiunto il presidente del Consiglio – in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite”.

Ecco in sintesi i provvedimenti contenuti nel decreto.

Obbligo di Super Green Pass per over 50. I lavoratori del pubblico e del privato che abbinano compiuto 50 anni o li compiano entro giugno devono avere il Super Green Pass, ovvero aver completato il ciclo vaccinale o guariti dal Covid. Obbligo esteso, senza limiti di età al personale universitario che viene quiparato a quello scolastico per il quale l’obbligo è già in vigore, come per il comparto sanità e quello della sicurezza. Se non ci si vaccina entro il primo febbraio scatta la sanzione visto che il Super Green Pass scatta dal 15 dello stesso mese. Multe da 600 a 1500 euro per chi si presenta al lavoro senza certificato. Chi non lo ha, è assente ingiustificato e perde tutta la retribuzione. Tutte le imprese potranno sostituire i lavoratori sospesi perché sprovvisti di certificazione verde Covid.

Green Pass obbligatorio quasi ovunque. Il certificato (per il quale chi non è vaccinato deve sottoporsi a tampone) diventa indispensabile in qualunque esercizio commerciale, escluse farmacie e negozi di alimentari. Non si entra in alcun ufficio – dalle Poste ai Comuni – senza il Green Pass. Dal 20 gennaio obbligatorio per estetisti e parrucchieri e altri operatori di servizi alla persona. Dal primo febbraio per chi lavora attività commerciali e servizi pubblici.

Smart Working. Una circolare sollecita il settore privato e quello pubblico a utilizzare gli strumenti normativi già disponibili per il lavoro flessibile. 

Scuola. Da 0 a 6 anni, nel caso di 1 positivo in classe scatterà la quarantena per tutta la classe, per 10 giorni. Nella scuole primarie con un caso di positività, si attiva la sorveglianza con testing, ma l’attività in classe prosegue effettuando un test antigenico rapido o molecolare appena si viene a conoscenza del caso di positività da ripetere dopo cinque giorni. Con due o più positivi scatterà la Dad per 10 giorni.
Nella secondarie di primo e secondo grado con 1 caso è prevista l’autosorveglianza con l’uso, in aula, delle mascherine Ffp2, con 2 casi didattica a distanza per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni, che sono guariti da più di 120 giorni, che non hanno avuto la dose di richiamo. Per tutti gli altri, è prevista la prosecuzione delle attività in presenza con l’autosorveglianza e l’utilizzo di mascherine Ffp2 in classe. Dal terzo caso Dad per tutti andranno per 10 giorni.

La questione tamponi. Dalle Regioni che hanno incontrato il Governo prima del Consiglio dei ministri è arrivata la richiesta di limitare i tamponi ai soli sintomatici evitando così di sottrarre personale sanitario agli ospedali e alla campagna vaccinale. “La nostra richiesta, presentata attraverso la commissione Salute della Conferenza delle Regioni, è molto chiara e motivata – spiega Cirio –. Noi dobbiamo tenere sotto controllo chi si ammala e non sprecare risorse del personale sanitario in un dispendio inutile”. Su questo punto l’esecutivo Draghi ha rinviato la decisione al parere del Comitato tecnico scientifico.

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