Il bastone e la carota

Un inizio letteralmente con il botto. Il nuovo anno è stato salutato con petardi, bombe carta e fuochi d’artificio fai da te. L’acre odore di polvere da sparo, trasportato da una cortina di fumo, ha invaso la città e Torino ha salutato il 2022 con un fragore che in genere non appartiene al suo carattere discreto.

A fare le spese della pioggia di fuoco di Capodanno sono stati ancora una volta gli animali. L’Enpa ha fornito i primi dati, suscettibili purtroppo di importanti variazioni: 400 piccoli esseri viventi deceduti per la grande paura generata dai botti, a cui vanno sommati centinaia di cani e di gatti fuggiti dai luoghi in cui erano ospitati in preda al terrore.

Gli eccessi del primo gennaio sembrano parte di un cerimoniale pagano propiziatorio. Il ricorso collettivo ad antichi riti per cacciare spiriti malvagi, oppure presagi infausti, richiama tempi cupi poiché ostaggio di superstizioni e fedi incrollabili di prevaricazione di popoli su altre genti.

Il 2022 si annuncia un anno da dover necessariamente vivere nel segno del passato. Portare indietro le lancette dell’orologio è una tentazione che ha accarezzato molti politici sin dall’esplicito invito pubblico rivolto dalla grande banca JP Morgan, soprattutto all’Italia, di rimuovere le Costituzioni di ispirazione socialista in Europa, poiché considerate di grave impedimento al pieno sviluppo economico, o meglio allo sfruttamento.

Eliminati i diritti assoluti occorre però affidarsi a opinionisti e quadri di partito capaci di riesumare la speranza nella fede assoluta, di riportare in auge ricette rubate al Medioevo. Tenere insieme il popolo significa paradossalmente dividerlo nel nome di un nemico comune, ma pure affidarlo ad assiomi indiscutibili e nuove divinità.

Un assessore torinese ha contratto in questi giorni, e per la seconda volta, il Covid e a lui come a tutti i contagiati vanno gli auguri per una pronta guarigione. L’amministratore è comunque molto ottimista sul decorso della patologia poiché è certo di essere pieno di anticorpi, ma evidentemente non sufficienti a evitare il radicamento del virus nel suo organismo, e ringrazia sua mamma per averlo fatto “Sì Vax”. Grazie al politico torinese i cittadini apprendono quindi che si nasce Sì Vax oppure No Vax per un fattore genetico che si trasmette da madre in figlio. Tali categorie non sono allora frutto di opinionisti in cerca di visibilità, e neppure di contrapposti ideali, ma di tratti caratteriali che segnano i cittadini italiani dalla loro nascita.

Verrebbe da pensare che solo una selezione genetica fatta tramite esami del sangue di coppia possa evitare il proliferare di individui predisposti al No: selezione che sicuramente farebbe contenta anche la JP Morgan, oltre agli artefici del nuovo modello economico basato sul decisionismo indiscusso dei leader di governo.

Del resto, solo una fiducia cieca in chi comanda può consentire di ignorare errori madornali, come quello di rendere finalmente obbligatoria nei luoghi chiusi la mascherina Ffp2 senza prevedere che la medesima sarebbe sparita dagli scaffali il giorno seguente, magari per ricomparire immediatamente dopo con un prezzo di vendita al consumo quadruplicato. Allo stesso modo si può perdonare l’invito a fare tamponi tipo “fai da te” sotto Natale, gli stessi tamponi antigenici spesso definiti inutili ed essenziali allo stesso tempo, causando code infinite in farmacia e la contemporanea lievitazione dei prezzi. Contraddizioni e confusione hanno segnato le scelte governativa di questi due ultimi anni, ma l’emergenza non ammette critiche e accetta solo fede incondizionata.

Il proseguimento della politica del bastone e della carota è stato annunciato dal governo nel secondo giorno dell’anno nuovo, con il dichiarato scopo di combattere il virus. L’idea di premiare chi segue le indicazioni di un esecutivo e punire chi non si adegua non è propriamente nuova, anzi fu il cavallo di Troia del ventennio in camicia nera, ed è risaputo come tale politica porti a un circolo vizioso da cui in genere è impossibile uscire.

Il meccanismo del bastone e della carota è semplice quanto efficace nell’immediato. Due dosi autorizzano vita sociale e qualche privilegio, mentre nessuna dose corrisponde a sottoporsi a tamponi e lavorare solo se muniti di specifica autorizzazione. In sintesi, chi ha seguito la volontà ministeriale si sente compiaciuto poiché chi non lo ha fatto viene duramente castigato. A questo si aggiunge l’infamante accusa di vigliaccheria a chi ha svicolato le dosi, senza neppure approfondirne le motivazioni, creando anche un’etichetta appropriata che distingue i buoni dai cattivi.

Il meccanismo inizia a scricchiolare, diventando un precario castello di carte, nell’attimo in cui a detta dell’esecutivo occorre una terza dose e quindi altri premi e nuove sanzioni: si inaspriscono le pene per chi si sottrae all’invito aumentando simultaneamente le limitazioni a loro destinate per decreto, mentre massima libertà viene garantita agli altri, se pur a scapito delle norme di sicurezza sanitaria. Il problema si complica quando alcuni dei precedentemente premiati non si adeguano alle ulteriori indicazioni, a fronte di altri che invece seguono ogni sollecitazione, e di coloro che continuano a non accettare la soluzione data. In tale caso occorre necessariamente schiacciare a terra i disobbedienti, richiamando pure la loro cattiva genesi, e iniziare a reprimere i dubbiosi precedentemente non tali, senza dimenticare di portare nell’Olimpo chi invece continua a conformarsi.

Viene da chiedersi cosa accadrà innanzi alla possibile necessità di una quarta dose e di un’emergenza che sta diventando drammatica routine. Ad ogni modo, è di questi giorni la notizia di un incremento della privatizzazione della Sanità pubblica varata dalla Regione Piemonte, tramite l’affidamento a terzi di servizi sanitari a fronte dei poliambulatori chiusi poiché destinati alle sole vaccinazioni.

Tra qualche anno, forse, vedremo se davvero oggi il torto è da una sola parte e la ragione dall’altra, oppure se nel mezzo dei due campi contrapposti sono state messe a tacere la verità, l’etica e il buon senso. Nel frattempo, l’unica soluzione risiede nel cilicio, che pare sia tornato a grande richiesta nei negozi e presto sarà disponibile anche online.

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