LOTTA AL COVID

Quarantene, da oggi si cambia.
Ma semplificare non è semplice

Procedure automatizzate per finire (e soprattutto uscire) dall'isolamento. I rischi di un sovraccarico del sistema informatico. Barillà (Smi): "Medici di famiglia sgravati dalla burocrazia, ma temo problemi". Riforma azzoppata dalle norme sulla privacy

Incrociare i dati, ma anche le dita. Il nuovo sistema per la gestione di isolamenti e quarantene adottato dalla Regione Piemonte e che è formalmente partito dalla mezzanotte scorsa sarà messo alla prova, di fatto, in queste ore e nelle prossime. Ovvero quando quelli che in termini tecnici vengono definiti provvedimenti contumaciali, ovvero le disposizioni restrittive per le persone positive al Covid o loro contatti, saranno “prodotti automaticamente dal sistema”, come preannunciato l’altro giorno con un messaggio del consulente strategico Pietro Presti e poi ribadito in una successiva circolare del direttore regionale della Sanità Mario Minola.

In corso Regina Margherita, lontano la sguardi indiscreti, si fanno inconfessabili scongiuri scaramantici sperando che “il sistema”, ovvero il meccanismo informatico gestito dal Csi funzioni a dovere fin dall’inizio, senza problemi tecnici, non del tutto sconosciuti in questa lunga emergenza. Problemi di altro tipo, pur sempre legati a quella che si annuncia come una (fin troppo) attesa semplificazione delle procedure, non è difficile prevedere possano emergere nel passaggio cruciale della comunicazione dell’esito del tampone (così come per quanto riguarda la fine della quarantena o dell’isolamento) al diretto interessato.

Va, infatti, premesso che l’idea iniziale del messaggio sul telefonino con l’esito positivo del test e le relative prescrizioni – metodo semplice, chiaro e immediato – la si è dovuta accantonare, sacrificandola sull’altare della privacy. Il timore di incorrere in sanzioni milionarie da parte del Garante ha indotto anche una Regione il cui governo ha fatto dell’autonomia una bandiera (da sventolare) a piegarsi a norme che in emergenza meriterebbero diversa applicazione e interpretazione. Ma tant’è. Tra sguardi un po’ delusi e un po’ rassegnati, messo da parte il semplice e chiaro sms che molti se non tutti si attendevano, “il sistema” dallo scoccare della mezzanotte invierà sì messaggi ma tanto ossequosi della riservatezza da non citare neppure il nome Covid.

Dopo una parte del codice fiscale (come già accade per le chiamate per le vaccinazioni) in modo da indentificare il destinatario il messaggio prosegue con l’indicazione: “Consulta provvedimento Regione Piemonte n. valido dal giorno/mese. Clicca qui: www.salutepiemonte.it”. Non sarà una caccia al tesoro, ma certo non un modello di immediatezza, specie per chi non è proprio avvezzo all’uso di internet. Raggiunto il sito, servirà trovare la sezione giusta, inserire il numero del provvedimento e se non si è in possesso di Spid (l’identificativo digitale) inserire il codice fiscale e il numero di tessera sanitaria. Se tutto fila liscio apparirà l’agognato provvedimento contumaciale.

“Nel caso in cui non sia possibile disporre di un numero di cellulare o la procedura informatica segnali il mancato recapito dell’sms, verrà usato un altro canale di comunicazione al cittadino, come ad esempio la posta elettronica”. Proprio quelle mail che alcune regioni, come la Toscana hanno deciso di chiedere ai cittadini per poter inviare le comunicazioni senza imporre l’accesso alla piattaforma con il procedimento appena descritto. 

Tutto filerà liscio? Chi non riuscirà a entrare nel “sistema” chiamerà ancora il medico di famiglia per avere aiuto? “Speriamo che tutto vada bene, ma più di un timore ce l’ho”, diceva ieri sera Antonio Barillà, segretario regionale dello Smi, uno dei sindacati dei medici di famiglia. Proprio loro, i medici di medicina generale – fino a ieri subissati di richieste da parte dei loro assistiti vittime dell’inadeguatezza e dei ritardi dei Sisp, i servizi di igiene e sanità pubblica delle Asl – saranno messi nelle condizioni di potersi dedicare più ai loro pazienti e meno alle questioni burocratiche e informatiche? E tutti i piemontesi riusciranno a destreggiarsi nella procedura che, sia pure semplificata, tanto semplice non è? 

print_icon